Taranto. Vendola in Confindustria: "La lobby siderurgica è tra le più imponenti del mondo"

Taranto - “C’è un banco di prova sotto gli occhi di tutti. Si chiama Ilva. Ora vediamo quello che accade al Senato. Io intanto ho già manifestato una grande delusione perchè la Camera è riuscita a peggiorare il testo di un decreto che pure aveva aperto il cuore alla speranza. C’era stato un bel coraggio a parlare di commissariamento e di decreto di commissariamento, poi questo coraggio è mancato, probabilmente perché la lobby siderurgica è una delle lobby più imponenti del mondo e ha azionato i suoi canali di persuasione”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola dialogando a Taranto con i giornalisti a margine dell’assemblea provinciale di Confindustria cui hanno partecipato il Presidente nazionale Giorgio Squinzi e il Ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia.
“Credo che ci sia necessità di correggere il decreto – ha spiegato Vendola – perché occorre assolutamente restaurare la figura del Garante, una figura di garanzia per una sperimentazione così inedita. Di fronte ad un problema gigantesco, anche la soluzione infatti era straordinaria e, in questo caso, il Garante ha funzionato più volte. Ecco perché occorre ripristinarne la figura. Ma occorre anche ripristinare l’integrità di quel parametro che noi abbiamo fortemente voluto che è la Valutazione di Danno Sanitario”.
Per Vendola “la partita che si sta giocando all’Ilva di Taranto, riguarda la storia industriale del paese”.
“Oggi l’industria - ha continuato il Presidente della Regione - deve passare per la cruna dell’ago di una ambientalizzazione che consenta il primato del diritto alla vita e del diritto alla salute. Il profitto, il mercato, le industrie che noi vogliamo promuovere e difendere devono inginocchiarsi di fronte al primato della vita.”
“In questo contesto - ha continuato Vendola - non è sbagliato discutere a Taranto di green economy. La green economy è una prospettiva straordinaria a condizione che non sia una furbizia. Perchè altrimenti avremmo un circolo vizioso per cui l’industria inquinante aggiunge un nuovo business che è quello del disinquinamento. Il problema dunque – ha concluso Vendola - è come convertire un modello economico che diventi pienamente rispettoso del territorio, degli ecosistemi, della qualità dell’aria e della vita e della dignità delle persone”.