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Trifone Gargano, dal sogno al fantasy: Dante e Harry Potter

Anche Affaritaliani.it - Puglia ha deciso di celebrare i 700anni dalla morte di Dante Alighieri, dedicando ogni week-end questo spazio per la pubblicazione di lavori ad opera di dantisti pugliesi o di autori, i cui articoli sono ispirati all’influenza del Somma Poeta sulla realtà pugliese in particolare o quella italiana in generale.

Trifone Gargano3

Dopo l'esordio in accoppiata con Mina, i riflettori accesi su Netflix con la fiction di successo con Sabrina, e le incursioni ne "La casa di Jack" di Lars von Trier, Trifone Gargano (Pugliese, Docente Didattica Lingua Italiane e Informatica per la Letteratura, nonché dantista e divulgatore letterario) va alla ricerca della 'pietra di paragone' tra la narrazione dantesca e quella di Joaanne K. Rowling nella saga del suo Harry Potter. (ag)

Dante Potter antiporta manifesto

di Trifone Gargano

L’accostamento, forse, provocatorio, tra la Divina Commedia di Dante Alighieri, e la saga di Harry Potter di Joanne Kathleen Rowling potrà fare arricciare il naso a qualche critico (accademico), ma costoro, si sa, sono allergici all’autentica ricerc-azione. Spero, invece, che questo intervento incuriosisca molti giovani lettori, e che li spinga a riprendere entrambe le opere. E questa è la principale finalità che mi spinse già nel 2018 a scrivere su questo accostamento, e a realizzarne un libro, spingere cioè alla lett-erat-ura.

Molte cose, in questo mio lavoro, mi saranno sfuggite, è ovvio. Si tratta di una prima indagine condotta in parallelo, con carattere di sistematicità, tra due autentici capolavori della letteratura mondiale di tutti i tempi (e di tutte le latitudini).

Anello 01

Il ritorno del fantasy, e il suo grande successo, al passaggio tra XX e XXI secolo, non vanno letti soltanto come bisogno (umano) di evasione dalla (dura e nuda) realtà. Dalle atrocità storiche che hanno caratterizzato il XX secolo, con i due conflitti mondiali. No. Tutt’altro. Se ci si limitasse a una lettura molto superficiale del complesso e multiforme fenomeno, il ritorno del fantasy potrebbe essere inteso come l’espressione di un sentimento, di un desiderio di evasione dal presente triste e insoddisfacente. Ma è ben altro. Il suo successo, in tutte le attuali declinazioni del fantasy, e con la specificità dei codici espressivi contemporanei (scrittura, graphic novel, cinema, animazione, fumetti, videogiochi, ecc. ecc.), da Tolkien a Lewis, da Ende alla Rowling, non rappresenta un piano di fuga collettivo dalla realtà, alla ricerca di un approdo più rassicurante, in un altrove magico-fantastico. No. Piuttosto, questo sorprendente fenomeno andrebbe letto e interpretato come un potenziamento della realtà.

Il modo narrativo del fantasy (come una volta quello del mito) altro non è che realtà aumentata (Code QR, per dirla con l’odierno linguaggio informatico). Il mito secoli fa, il fantasy oggi, hanno lanciato e lanciano la sfida nei confronti della realtà (e delle poetiche realistiche, o presunte tali), e cioè, la sfida di (re)introdurre ordine e armonia in un mondo, il nostro, devastato dal caos, dalla bruttezza e dalla disarmonia. Non fuga dalla realtà, quindi, ma intervento su di essa, per potenziarla, e per re-introdurvi ordine e armonia, bellezza e grazia.

Oggi, che nulla più risplende, in un mondo, cioè, nel quale l’universo non è più a “Dio simigliante” (tanto per citare Dante), e nel quale l’uomo brancola nel buio, con crocevia multidirezionali e disorientanti, il fantasy fornisce indicazioni e risposte di senso alle paure, ai sogni, alle speranze di ciascuno di noi. Le risposte alle domande ultime, sulle questioni fondamentali della vita (il bene, il male, l’amore, la morte).

incrocio

Questo è stato l’approccio critico e ideologico con il quale mi sono accostato alla lettura comparata di due estremi (cronologici) del fantasy moderno: da un lato, Dante Alighieri, con la Divina Commedia (XIV secolo), poema in tre cantiche, che chiude il modo del meraviglioso medievale, per aprirsi al moderno; dall’altro, Joanne K. Rowling, che, con la saga di Harry Potter (XXI secolo), in sette romanzi, ha re-interpretato il fantasy contemporaneo.

Portrait de Dante

Lo componente didattica, invece, mi ha spinto a registrare e a suggerire analogie e punti di contatto di lunga durata, tra le due opere (le due saghe), all’interno di un orizzonte interpretativo che è, e che resta, quello ludo-didattico, e di educazione alla lettura (e alla lett-erat-ura, senza alcun pregiudizio di genere).

Il viaggio di Dante, dalla selva oscura alla luce del Paradiso, è un viaggio reale e simbolico; un viaggio, una “cerca”, di sé stesso (e in sé stesso). All’inizio del viaggio, quando prende coscienza di essersi smarrito, Dante non si riconosce (e non si accetta). Alla fine, cento canti dopo, allorquando si ritrova nell’Empireo, Dante scrive di essersi ri-trovato, riconoscendosi e accettandosi (nel secondo dei tre «giri» - o arcobaleni - vede pinta la propria effige).

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Racconto di formazione, e di riconoscimento di sé stesso, con la progressiva maturazione, attraverso prove affrontate e superate, è pure la saga di Harry Potter. Il viaggio interiore di Harry, infatti, si distende in sette rispettivi anni, esattamente quelli ch’egli trascorre presso la scuola di Magia di Hogwarts, tra gli undici e i diciassette anni (a ciascuno dei quali è dedicato un volume della saga).

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Il tema del viaggio, allora, come metafora dell’esistenza umana, diventato (già dall’età antica) il tema per eccellenza della letteratura mondiale, di tutti i tempi, e di tutti i luoghi. Nella letteratura medievale, il modo fantasy assumeva le forme del meraviglioso: angeli e diavoli, con l’aggiunta di creature mitologiche, reinventate dal di dentro dell’universo fantastico cristiano, in contatto quotidiano e normale con l’umano. Per l’uomo Dante Alighieri, e per tutti i suoi lettori contemporanei, il viaggio nell’Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso era (innanzitutto) un viaggio assolutamente normale (e reale); poi, anche, un viaggio letterario.

7 libri

Oggi, il modo fantasy si definisce (e si afferma) in Europa nel XIX secolo, con autori come Mary Shelley e George MacDonald. Può sembrare paradossale che proprio in Inghilterra, cioè in un paese in cui si registra, con punte massime di eccellenza, il primato della scienza e della tecnologia (con la rivoluzione industriale, e con la nascita della civiltà delle macchine), il genere fantasy capti ed esprima i sogni, le speranze, le paure, e i desideri di felicità di una umanità, evidentemente, non soddisfatta dalle risposte della scienza, e della tecnologia contemporanee.

La saga di Harry Potter ha iniziato la sua vita editoriale, fortunatissima e vitalissima ancora oggi, nel 1997, passando per il 2007, anno di ultima pubblicazione. Poi, arrivò la versione cinematografica, dal 2001 al 2011, ma anche di tantissimo materiale multi-codale, messo in rete, online, per la felicità degli appassionati di Harry Potter, e della Scuola di Magia più famosa al mondo.

Ecco i titoli delle tematiche della rassegna comparata, tra la Divina Commedia e la saga di Harry Potter, che si trova nel mio libro. Si tratta di una trentina di luoghi paralleli, da leggere l’uno in rapporto con l’altro, seguendo la linea del viaggio dantesco, dal primo canto dell’Inferno, fino al XXXIII del Paradiso (centesimo dell’intero poema). Di volta in volta, quindi, ho individuato e ho proposto i testi da leggere in parallelo: Bene e Male - L’Amor che move - Numerologia - Il viaggio - Indicibile - Luoghi oscuri - Le guide - Patronus - Narcolessia e Schiantesimi - Limbo - Cerbero - Il castello (Hogwarts e il nobile castello) - Serpeverde e Filippo Argenti - Dissennatori e Diavoli dispettosi - Le cicatrici - Acqua purificante - Mantello e Transumanazione - Centauri - La selva degli sterpi e il Platano picchiatore - Arpie / Veela - Gerione e Dorsorugoso - Fenice - Serpenti e Metamorfosi - Giganti e Mezzigiganti - Il serpente - Serpeverde - Sirene - Glauco e l’Algabranchia - Minerva - Gli scacchi.

potterpedia

scalinata

Nella parte rovesciata del libro, invece, quella intitolata Fantasylab, ho suggerito, di capitolo in capitolo, esercitazioni da realizzare, tra la Divina Commedia, e i libri di Harry Potter: Arte - Canzoni - Cibo - Filosofia - Fumetti - Letteratura - Lingua - Videogiochi.

In conclusione, ritengo di poter affermare di aver indicato, nel mio libro, una rete intertestuale sistematica e significativa, nient’affatto episodica (o casuale), tra le due saghe. Tessuto e Intreccio, di fili e di parole. Dante, e, più in generale, l’immaginario popolare medievale, compresa pure la cultura colta mediolatina (e classica), nella saga di Harry Potter sono largamente attestati. Non come arida fonte da esibire, attraverso citazioni di nomi, di circostanze, di episodi, di situazioni, di personaggi, ecc.; no, piuttosto, come un vero e proprio dialogo a distanza tra lingue, stili e culture diverse.

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Pubblicato in precedenza: Trifone Gargano: Dante e Lars von Trier: 'La casa di Jack'

                                             Trifone Gargano: Dante, Sabrina e il fantasy contemporaneo

                                             Trifone Gargano canta Dante e 'Una zebra a pois' di Mina

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