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Xylella, mandorli 'resilienti' al batterio: subito deroga a specie resistenti

In uno scenario lunare fatto di migliaia di ulivi secchi ancora da eradicare, si stagliano rigogliosi i mandorli, esempi di ‘resilienza’ alla Xylella fastidiosa in area infetta, dove è indispensabile la diversificazione colturale per non condannare le province di Lecce, Brindisi e Taranto a una monocoltura, con il rischio che un organismo alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella che ha compromesso il 40% del patrimonio olivicolo della regione Puglia.

Mandoirli 'resilienti' a Xylella a Lecce 4

Lo afferma Coldiretti Puglia, che chiede una stretta sulla deroga UE, sollecitando una decisione dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia alla luce delle evidenze scientifiche già documentate.

“E’ indispensabile liberalizzare i reimpianti con l'adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico. L’Osservatorio Fitosanitario regionale ha la facoltà – insiste il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - di derogare al divieto di impianto delle piante ospiti della Xylella Fastidiosa nell’area dichiarata infetta. La ricerca ha dimostrato che altre varietà hanno caratteri di resistenza non dissimili da quelle delle varietà di olivo resistenti”.

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Secondo il Regolamento Comunitario del 14 agosto scorso – spiega Coldiretti Puglia - lo Stato membro può autorizzare l’impianto in zona infetta se le piante specificate appartengono a varietà che si sono dimostrate resistenti o tolleranti all’organismo nocivo, ad eccezione dell’area di contenimento, e ciò vale per mandorlo e ciliegio, mentre è possibile l’impianto se le piante specificate si siano dimostrate immuni all’organismo nocivo, in base ad attività di ricerca svolte almeno negli ultimi due anni e piantate nelle zone infette in cui si opera l’eradicazione, e ciò riguarda agrumi, il pesco, l’albicocco, il susino.

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Le indagini diagnostiche sulle piante delle varietà di ciliegio dolce e mandorlo selezionate per esempio, a seguito dell’esposizione sia all’inoculo artificiale sia ad adulti di sputacchina con elevata incidenza di infezioni di Xylella fastidiosa, hanno dimostrato - rileva Coldiretti Puglia sulla scorta dello studio scientifico dell’IPSP del CNR di Bari - che la presenza del batterio risulta in media inferiore all’11% su mandorli e ciliegi. Questo dato confrontato con quanto ottenuto nelle tesi con piante di olivo, con la media di piante infette del 74,43%, indica una percentuale significativamente più bassa di infezione di mandorlo e ciliegio.

Mandoirli 'resilienti' a Xylella a Lecce 2

“E’ determinante aprire all’impianto anche di altre specie arboree per poter utilizzare al meglio i 25 milioni di euro messi a disposizione verso altre colture dal Piano anti Xylella dei 300 milioni di euro -  insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce - e dare una iniezione di risorse alla ricerca con i 20 milioni di euro da destinare agli studi scientifici e alla sperimentazione per ricostruire al meglio il patrimonio produttivo e paesaggistico del 40% della regione colpita dalla Xylella”.

Il mandorlo è da tempo considerato resistente e tollerante – riferisce Coldiretti Puglia - in una misura almeno uguale, se non superiore, alle varietà di olivo resistenti, per le quali è autorizzato l’impianto, secondo gli studi del CNR di Bari, mentre gli agrumi, il pesco, l’albicocco ed il susino sono risultate immuni alla Xyllella fastidiosa sottospecie pauca da prove scientifiche del CNR di Bari, già ampiamente validate nel 2016 e quindi anche prima dei due anni richiesti dal regolamento.

Mandoirli 'resilienti' a Xylella a Lecce

“Abbiamo chiesto, tra l’altro, su chiara indicazione degli agricoltori della provincia di Lecce – aggiunge il presidente Cantele - di inserire nell’elenco delle colture arboree da frutto, oltre ad agrumi e prunus, anche avocado, mango, papaia, more, mirtilli e lamponi, oltre alle specie boschive, anche da reddito, al fine di prevedere degli interventi di carattere forestale, paesaggistico-ambientale, per le aree più marginali che già in passato erano associate a bosco o macchia mediterranea”.

Tutto ciò – ribadisce la Coldiretti Puglia – è utile a permettere il ripristino e la nuova creazione di riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da Xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta, i cui attori potranno essere - se opportunamente incentivati - i consorzi forestali, capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali.

(gelormini@gmail.com)

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