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Riforma pensioni, novità (molte) sull'Ape. La riforma pensioni? Doccia gelata

Riforma pensioni, dal ministro Poletti doccia gelata sull'Ape.

Riforma pensioni, il ministro Poletti delude i lavoratori precoci e chi spera in soluzioni come la quota 41 per una vera flessibilità in uscita con pensioni anticipate ragionevoli.

Le ultime notizie sulle pensioni che arrivano riportano una dichiarazione molto preoccupante di Poletti, rilasciata in occasione di un incontro con il Cupla sul tema previdenza: il ministro ha ammesso che il problema dei lavoratori precoci “ha un livello di costo molto alto” e per questo è “molto difficile da affrontare”.

Il ministro Poletti ha sottolineato che verranno fatti i conti a proposito, ma il senso delle sue parole è difficile da equivocare: per precoci e quota 41 non c’è trippa per gatti, soluzioni vere non sono al momento economicamente sostenibili.

Le ultime notizie sulle pensioni riportano quindi in primo piano la diatriba su quota 41 per i precoci. I costi sono troppo alti, come confermato dal ministro Poletti nella giornata di ieri, dunque, salvo colpi di scena dell'ultimo minuto, sarà praticamente impossibile vedere una tale misura all'interno della prossima Legge di Stabilità, dove sarà inserito il pacchetto previdenziale.
 
Sempre per quanto riguarda le pensioni dei lavoratori precoci, il ministro del Lavoro Poletti, di fatto, non ha chiuso la porta in maniera definitiva, sottolineando come nel corso dei prossimi giorni occorrerà fare i conti per capire quali misure più idonee poter proporre ai sindacati per la categoria in questione nel confronto del prossimo 21 settembre. Mancano 6 giorni, l'attesa è già palpabile.

Al centro di tutto rimane, come noto, il bonus contributivo per i precoci, una misura ventilata già qualche settimana fa dal sottosegretario Nannicini, attraverso cui i lavoratori, quelli che hanno lavorato almeno un anno tra i 14 e 18 anni, potranno usufruire di un bonus che va da 4 o 6 mesi di contributi, che andrebbero così scalati dall'attuale limite fissato dalla legge Fornero, vale a dire 42 anni e 10 mesi (per gli uomini, un anno in meno per le donne).

Sembra invece essere stato depennato il bonus da 2 mesi, come ha confermato, nella serata di ieri, Roberto Occhiodoro, il rappresentante della delegazione dei precoci che, secondo le dirette testimonianze dell'amministratore del gruppo Facebook 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' avrebbe avuto un incontro con alcuni rappresentanti del governo. I due mesi di bonus infatti non erano mai stati presi, realmente, in considerazione dalla categoria, che si vedeva quasi beffata dopo che si era partiti da quota 41 per tutti.

Un altro punto su cui si sarebbe discusso ieri è quello relativo all'abolizione delle penalizzazioni sugli assegni pensionistici per chi esce prima dei 62 anni. Un provvedimento che, usiamo ancora il condizionale, dovrebbe diventare realtà a partire dal 1 gennaio 2017. Una misura, ricordiamo, che interessa da vicino gli stessi lavoratori precoci, che avendo iniziato prima de 20 anni a lavorare, gioco forza, raggiungono i contributi per accedere alla pensione di vecchiaia prima dei 62 anni di età anagrafica.

Per sapere se i lavoratori precoci rientreranno nella riforma pensioni del 2017 non ci resta che attendere, dunque, mercoledì 21 settembre, quando conosceremo, con esattezza, le nuove proposte del governo per la categoria. I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato l'importanza del prossimo incontro, citando direttamente i precoci.

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