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Roma
Adamo ed Eva raccontano l'amore in 4 giorni di show al teatro Lo Spazio

“Finchè mela non ci separi” va in scena al teatro Lo Spazio-Roma per raccontare l'amore tramite la storia di Adamo ed Eva.

Dal 10 al 13 novembre il palco del teatro Lo Spazio-Roma ospita lo spettacolo di Lara Balbo e Matteo Milano con Francesco Mastroianni “Finchè mela non ci separi”, ispirato al libro di Mark Twain “Il diario di Adamo ed Eva”, che mette al centro dello show l'amore come motore che unisce gli esseri umani. Lo spettacolo va in scena dal giovedì al sabato alle ore 21 e domenica alle ore 18, con l'aiuto regia di Mattia Ranaldo, le musiche originali di Francesco Mastroianni e la drammaturgia musicale di Samuele Cestola, gli arrangiamenti di Massimiliano Lombardi e le scene di Fabiana Di Marco.

“Rinnovare la speranza dell'amore eterno come mito romantico”

“Un uomo, Adamo. Una donna, Eva. Quindi una coppia. E poi, l’ amico della coppia, migliore amico di lui e di lei, testimone di nozze, confidente, padrino di battesimo dei figli, guida spirituale, compagno di bevute, terapista di coppia all’evenienza, postino, tecnico della caldaia, consulente immobiliare, insomma l’Alfa e l’Omega. Una piccola piramide sociale che ha come base Lui e Lei in un continuo tendere verso il vertice, alla ricerca di approvazione, confidenza, consolazione, sfogo, pace. In un’epoca in cui l’amore eterno sembra passato di moda sia come mito romantico, sogno degli adolescenti, che come semplice motore per la convivenza umana, è necessario rinnovarne la speranza. Il frutto proibito ossia la caduta dell’Eden, la crisi in cui ogni relazione può ritrovarsi, l’errore quindi, sarà per loro stimolo per giungere ad una vera e profonda conoscenza reciproca. Il segreto è la tolleranza che, nell’accettazione delle reciproche fastidiose diversità, consente di raggiungere il traguardo faticoso di una vita in comune. L’amore è una piacevole conquista, non un idillio”.

Balbo e Milani, “Raccontiamo la bellezza e la complessità del rapporto uomo-donna”

“L’idea della messa in scena nasce da due esigenze: da una parte la necessità di raccontare la bellezza e complessità del rapporto tra gli esseri umani, in questo caso tra uomo e donna, dall’altra quella di portare lo spettatore all’interno di una dimensione metaforica dove l’uomo e la donna diventano due stereotipi che spingono sull’acceleratore delle proprie nevrosi e peculiarità” - annotano Lara Balbo e Matteo Milani. “Come detto siamo in una dimensione metaforica, tutto prende vita all’eccesso tanto da essere rappresentato nella sua vera essenza. La battaglia è vera battaglia, l’amore è l’amore dei film romantici in bianco e nero, la complicità assume le sembianze dell’amico immaginario con cui parlavi da bambino. Perché Adamo ed Eva? Perché sono temporalmente distanti da noi, perché si fanno carico, con leggerezza, del giudizio che abbiamo alimentato in secoli di evoluzione verso l’altro, perché rappresentano l’ironia della vita che ci “costringe” a convivere in uno spazio “finito”, la Terra, e ci esorta a combinare qualcosa di bello tra noi.”

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