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Roma
Baobab sgomberato. Zingaretti sfida Salvini: “Ingiustizia, Casapound abusivi”

Sgomberto forzato da una parte, patti, compromessi e bliz "su appuntamento" dall'altra. Nicola Zingaretti lancia la  sfida a Matteo Salvini, chiedendo di portare le proprie ruspe dal Baobab a via Napoleone III: "Anche Casapound è abusiva".

 

Se alle oltre 100 persone supportate dai volontari di Baobab il Ministro non ha infatti concesso nessuno sconto, esultando per lo sgombero, lo stesso non si può dire per gli occupanti di Casapound. A ricordarlo è il numero uno della Regione Lazio, che chiede lo stesso trattamento per entrambe le situazioni: "Ci aspettiamo la stessa fermezza nel liberare l'immobile occupato abusivamente a Roma da anni da Casapound - ha dichiarato Zingaretti - Perché se la legalità vale solo per alcuni diventa arbitrio e ingiustizia".

Nel mirino finisce inevitabilmente quel palazzo di via Napoleone III, occupato dal 2003 dagli attivisti del partito di estrema destra. Quello stesso stabile che il 23 ottobre scorso la guardia di finanza provò ad ispezionare, salvo essere convinta a rimandare i controlli in merito al danno erariale dovuto all'occupazione. Lì nessuna ruspa, nessun blindato, solo una stretta di mano e la promessa di tornare "a chiamata". Due pesi e due misure, un giustizilismo ad hoc a seconda di chi si ha di fronte.  Allora il Campidoglio si affrettò a dire che era contro le occupazioni illegali da sempre, ma, con altrettanta velocità, ricordò come non fosse un suo compito effettuare lo sgombero.

Furente la reazione dei militari di Casapound alla semplice rischiesta di un trattamento paritario, da applicare a tutti gli occupanti abusivi senza sconti di nazionalità: "È assurdo come ci siano italiani che invochino con rabbia lo sfratto di famiglie di altri italiani - accusa Luca Marsella, consigliere per l'X Municipio - a cui CasaPound ha dato un detto e difendano centinaia di luoghi di spaccio di droga, stupri e degrado occupati da immigrati. Meritereste l'esilio da questa nazione".


Altro che legalità a tutti i costi, quindi. Il punto diventa non l'occupazione in sé, illegittima, ma chi occupa e cosa fa. I "compagni" di Casapound si dimostrano così paladini della legalità contro 100 migranti, salvo poi diventare fautori dell'abusivismo "di necessità" quando fa comodo.

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