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Roma
Bomba carceri, detenuto tenta di strangolare un poliziotto penitenziario

Bomba delle carceri: dopo l'omicidio avvenuto in cella nel carcere di Velletri, nel carcere di Viterbo nella giornata del 20 giugno un detenuto della sezione Giudiziaria ha tentato di strangolare un poliziotto penitenziario.

L'uomo aveva chiesto all'agente il protocollo di un'istanza che aveva presentato all'ufficio Matricola. Il poliziotto allora ha chiamato l'ufficio per sapere dello stato della pratica, ma gli è stato risposto che non era ancora partita. Quando l'agente ha riferito la risposta dell'ufficio Matricola al detenuto, quest'ultimo ha dato in escandescenza. L'uomo ha tentato di scavalcare il cancello che separa l'area del personale, cercando di introdursi nell'ufficio Matricola arbitrariamente. L'agente ha cercato di chiudere il cancello, ma il detenuto insieme ad altri glielo ha impedito. E così si è avventato sul poliziotto, dapprima con una testata e poi con un pugno. Il poliziotto è caduto a terra e il detenuto ha tentato di strangolarlo. Fortunatamente l'agente incaricato dalla sezione Detentiva ha dato l'allarme facendo intervenire altre unità che hanno riportato la situazione alla normalità.

Sappe Lazio: “Continuiamo a subire violenze”

“La Polizia Penitenziaria continua a subire violenza quotidiana - denuncia Luca Floris, vicesegretario regionale del Sappe - tra la totale indifferenza degli organi superiori e delle istituzioni. Il Sappe torna a chiedere l'intervento delle istituzioni ministeriali e dipartimentali al fine di porre in essere ogni possibile iniziativa di propria competenza, a tutela dell’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria operante ed auspica che possa esserci finalmente un chiaro e decisivo intervento, affinché si eviti qualche ennesimo dramma per la Polizia Penitenziaria. Siamo al collasso del sistema penitenziario e questi eventi stanno facendo statistica. Viterbo è uno degli istituti più problematici d’Italia per quanto riguarda l’alta percentuale di eventi critici ed aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria. Ad oggi non c’è un clima di sicurezza che pure potrebbe garantire maggiore attenzione alle attività quotidiane a tutela del personale di Polizia Penitenziaria”.

Sappe: “Intervenire sul regime custodiale aperto”

“Il nostro primo pensiero va al poliziotto aggredito - commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe - a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Ma è sotto gli occhi di tutti, Autorità politiche e ministeriali in primis, come servano interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. I detenuti, alcuni, quelli più aggressivi e violenti, evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche, ma serve anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.

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