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Roma
Casal Bruciato, casa popolare a rom. Rivolta residenti: “Rivogliamo Mussolini”

Casal Bruciato, casa popolare assegnata ad una famiglia rom: esplode la protesta di residenti e militanti di Casapound. I residenti invocando Mussolini mentre l'Unione Inquilini attacca le destre: “Tengono Roma in ostaggio”.

 

Continua il presidio degli abitanti di Casal Bruciato, alla periferia di Roma, contro l'assegnazione di una casa popolare a un nucleo di 14 nomadi. Alcune decine di residenti di via Sebastiano Satta sono scesi in strada da lunedì, assieme a militanti di Casapound, per protestare contro l'ingresso dei nomadi nell'abitazione. Oggi, martedì, è in programma un'assemblea pubblica e domani una manifestazione alle ore 17 per impedire il trasferimento dei rom negli alloggi comunali del quartiere con lo slogan “Basta case popolari ai rom”. "Stamattina i nomadi hanno lasciato in macchina il palazzo - spiega un abitante - non sappiamo se per ultimare le pratiche o, al contrario, se hanno deciso di rinunciare all'alloggio popolare. Noi qui non li vogliamo".

"Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati", dicono alcune donne radunate nel cortile condominiale di via Satta. "A mio nipote, quando aveva 11 anni, gli hanno puntato un coltello alla gola per rubargli un euro" racconta una residente. "Richiamiamo Mussolini che è morto?", dice un'altra ironicamente; "Magari", rispondono altri in coro.

L'Unione Inquilini, tramite il segretario romano Fabrizio Ragucci, condanna Casapound e tutte le destre: “Ci chiediamo come sia possibile permettere a gruppi xenofobi di terrorizzare le famiglie regolarmente assegnatarie di case popolari senza che si disperdano i gruppi feroci che minacciano interi quartieri. Perché vengono lasciati agire indisturbati? Chi è il mandante politico?”.

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