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Roma
Colle Oppio, botta e risposta tra Raggi e Fdi. È giallo sui versamenti

Continua il botta e risposta tra Campidoglio e Fratelli d'Italia, tra Giorgia Meloni e il sindaco Virginia Raggi “volano” veleni ed accuse reciproche sul sequestro di Colle Oppio.

 

La storica sede del partito, assegnato con una concessione scaduto nel 1971, che il primo cittadino ha chiuso per morosità. La polemica non accenna a placarsi, ed ai ferrei dati dell'assessore Castiglione, che certificano il versamento di quattro bollettini mensili da 13,43 euro negli ultimi quindici anni, rispondono con una lunghissima nota  Marco Marsilio e Massimo Milani. Il Portavoce della Regione Lazio e quello di Roma Capitale affidano infatti ad una lunga lettera le proprie parole, rispedendo le accuse al mittente e chiedendo alla Raggi un incontro tra le parti e la restituzione del locale: “Ieri sera il Campidoglio ha diffuso una nota in replica alle nostre affermazioni, con le quali dimostravamo che Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale aveva effettuato un anno e mezzo fa una serie di versamenti per sanare le morosità pregresse per l’utilizzo della sede di Colle Oppio, versamenti che nel comunicato si dichiaravano ‘non registrati’ ma, avendo noi regolare copia dei bollettini postali, da ritenersi semplicemente dispersi od occultati dal Dipartimento Patrimonio. Nella nota il Campidoglio sosteneva che - se avessimo dimostrato la fondatezza delle nostre dichiarazioni - “saremmo i primi a prendere provvedimenti per i gravi atti illeciti di cui si accusano alcuni dirigenti”. Oggi, tutti i quotidiani pubblicano con dovizia di particolari i bollettini pagati e le mancate risposte del Campidoglio alle nostre richieste di rinnovo della concessione, immotivatamente lasciata scadere dal 1972 e mai rinnovata per l’inerzia dell’amministrazione (non certo per nostra responsabilità). È quindi ormai acclarato che la macchina burocratica di Roma Capitale ha messo in atto un recupero forzoso del bene sul falso presupposto di una morosità inesistente - sottolineano i due portavoce - inducendo gli organi politici dell’amministrazione, Sindaco in testa, a rilasciare dichiarazioni diffamatorie sul nostro conto. Perché il Dipartimento non Le ha occultato solo i pagamenti effettuati. Ha anche omesso di raccontare che da oltre un anno (dopo aver sanato il pregresso) ci siamo messi a disposizione per stipulare una nuova concessione e rideterminare il canone. Che la stima per il nuovo canone, propostaci a fine gennaio su una contraddittoria analisi di Risorse per Roma, è stata oggetto di una nostra motivata e argomentata controproposta, che da sei mesi attende una risposta che non arriva. Che dopo la pioggia di sentenze della Corte dei Conti che hanno assolto i dirigenti comunali per i canoni concessori, nelle quali si riconosce che per le associazioni (e i partiti politici sono, sotto il profilo giuridico, “associazioni non riconosciute”) non possono applicarsi “canoni di mercato”, l’Assemblea Capitolina ha approvato all’unanimità una mozione per sospendere i provvedimenti di sfratto, e la Giunta Capitolina l’ha recepita con la Memoria del 9 giugno 2017. La signora Sindaco e la signora Assessore hanno evidentemente assunto e difeso un provvedimento sulla base di notizie sbagliate, parziali quando non del tutto infondate, fornite da uffici quantomeno male organizzati. Questo espone oltremodo l’Amministrazione a rischio di soccombenza in sede di contenziosi legali, con conseguenze negative anche sul piano economico; per non parlare delle conseguenze sul piano politico. Non Le sfuggirà che solo per Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale è stata fatta un’eccezione (in negativo!) rispetto alla sospensione degli sgomberi decisa nella Memoria sopra richiamata, rafforzando l’impressione che nei nostri confronti si stia agendo con intento discriminatorio e per ragioni propagandistiche. Basterebbe l’ombra di questo sospetto per indurla ad aprire un dialogo con noi: il tasso di democrazia di un governo si misura principalmente dalle garanzie che vengono assicurate alle minoranze per esercitare il loro diritto a fare opposizione. Aggiungiamo che nei locali in oggetto, il deputato Fabio Rampelli, eletto nel corrispondente collegio elettorale, iscritto proprio al locale circolo territoriale Colle Oppio, svolge regolarmente la sua attività di relazioni con gli elettori, vi conserva documenti e carte indispensabili per la sua attività, e l’improvvisa chiusura della sede compromette le sue prerogative istituzionali, oltre a procurare un danno d’immagine e di reputazione”.


“Le chiediamo pertanto - prosegue la nota - di esercitare un supplemento di riflessione e di ragionevolezza, dimostrando di essere davvero la signora Sindaco di tutti i cittadini e di avere la forza e l’onestà intellettuale di riconoscere l’errore dell’Amministrazione, agendo in autotutela mediante la revoca della Determinazione dirigenziale. Le chiediamo la bonaria restituzione dei locali a chi li ha custoditi, conservati, restaurati, mantenuti per 70 anni a proprie spese, con ingenti somme di denaro necessarie per rendere vivibile un immobile che la società partecipata dal Comune nella sua relazione definisce insalubre, al di sotto del piano stradale e senza finestre. E nello stesso tempo ci auguriamo voglia convocare una riunione nei suoi uffici per concludere un accordo, che noi abbiamo sempre cercato, sul rinnovo della concessione e l’aggiornamento del canone. In modo tale che possa essere assicurata la conduzione dell’immobile nel rispetto della legalità, della fruibilità di luoghi che altrimenti diverrebbero facile preda per sbandati (come gran parte dei ruderi e degli spazi adiacenti) ma anche della storia nobile che questa sede rappresenta per la città, come ha probabilmente potuto constatare dalle centinaia di attestati di solidarietà e appelli alla riconsegna che sono pervenuti trasversalmente in poche ore".

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