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Roma
Coronavirus: “Le spiagge libere non si toccano”. Legambiente alza la protesta

“Le spiagge libere non si toccano, va garantito il libero accesso al mare con una fruizione rispettosa dell’ambiente e delle norme sanitarie”: è questo il grido di Legambiente Lazio che chiede che non si perda neanche un metro di spiagge libere a vantaggio di quelle concesse, con le motivazioni del distanziamento sociale.

 

In questi giorni infatti si stanno strutturando le ordinanze di balneazione 2020 nei 24 Comuni della costa regionale e Legambiente, con un WebBlitz organizzato con tutti i circoli del Lazio e una lettera indirizzata a ogni sindaco, chiede che non un metro di spiaggia libera venga sacrificato per ampliare gli spazi negli stabilimenti, neanche temporaneamente. Da più parti, nelle scorse settimane, sono arrivate ipotesi di allargamento delle aree concesse, per garantire il distanziamento sociale tra gli ombrelloni degli stabilimenti, ipotesi che Legambiente respinge con forza chiedendo che il distanziamento sia garantito in primo luogo proprio nelle spiagge libere, a vantaggio della libera e gratuita fruizione di uno spazio pubblico.

Sono tre le richieste che Legambiente ha esplicitato ad ogni Comune: mantenimento delle dimensioni di spiaggia libera in ogni comune; diffusione di punti per la raccolta dei materiali sanitari monouso; rispetto delle politiche Plastic Free.

“Le spiagge libere non si toccano, è qui che va garantito in primo luogo l’eventuale distanziamento sociale necessario, con il libero accesso al mare con una fruizione rispettosa dell’ambiente e delle norme sanitarie – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio –. Non possiamo imbracciare tutti insieme uno striscione ma tutti insieme diciamo 'giù le mani dalle spiagge libere', a tutti quegli amministratori e balneari che stanno ipotizzando ampliamenti delle concessioni per allargare gli ombrelloni in affitto a discapito del mare libero, o addirittura di fare gestire le spiagge libere proprio dai balneari. Alle amministrazioni chiediamo inoltre la strutturazione di punti diffusi per la raccolta dei materiali sanitari monouso o a rischio abbandono e di non tornare indietro sulle politiche Plastic Free; su questo in particolare c’è necessità di incentivare agli esercenti, l’utilizzo di prodotti biodegradabili nella distribuzione alimentare, visto il possibile aumento, con l’emergenza sanitaria, del monouso da asporto”.

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