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Roma
Coronavirus, Roma non si arrende: “Raggi assente, ma il Municipio VIII corre”

di Andrea Catarci *

E’ un momento di estrema difficoltà, la maggior parte delle persone è costretta in casa per il Coronavirus e solo adottando particolari accorgimenti sono rimaste in funzione poche filiere lavorative, per lo più finalizzate ad assicurare i servizi essenziali e la disponibilità alimentare.

 

La vita ordinaria è sconvolta, tra saracinesche abbassate, strade deserte e aria da coprifuoco. Il servizio sanitario pubblico e il mondo del volontariato che ruota intorno a esso stanno profondendo uno sforzo immane per assicurare le cure alle persone colpite, mentre per evitare la diffusione ulteriore di quella che l’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità - ha definito una “pandemia” si sono adottate misure di limitazione agli spostamenti individuali via via più restrittive.

Non si sa quanto durerà, se settimane o mesi, né quale sarà il prezzo che il continente e il pianeta dovranno pagare. L’Italia è attualmente, tra i paesi europei, il più colpito dal Coronavirus, con oltre 15.000 contagiati, di cui 1258 persone guarite e 1016 decedute (dati aggiornati al 12 marzo 2020). Il nord, in particolare la Lombardia, ha subito l’impatto più duro in termini di contagio e decessi, di sfinimento delle strutture medico-ospedaliere, di blocco delle attività economiche e di forme di produzione di reddito, tradizionali e spurie. Anche il resto del Paese vive un presente drammatico, nell’attesa di un peggioramento della situazione che lentamente si avvicina, come un destino annunciato.

Cosa ci si può attendere dalle forze politiche e dagli Enti locali di fronte all’emergenza?

Agli esponenti politici chiedere coerenza mentre tutto cambia giorno dopo giorno in un crescendo drammatico, nell’era dei social network e dell’eccesso di dichiarazioni quotidiane, è sicuramente troppo: nel calderone generale di approssimative analisi e infondate previsioni a carattere sanitario, epidemiologico e statistico, la maggior parte di essi si è avventurata prima in messaggi volti a minimizzare per schierarsi a fianco di città, lavori e affari in pericolo, per passare successivamente alla presa di coscienza e agli appelli a restare a casa e ad adottare drastiche misure restrittive. Da essi sarebbe lecito aspettarsi una riduzione del protagonismo spicciolo, che in talune esternazioni provenienti da destra e volte a sottolineare l’insufficienza del governo – proprio mentre stanzia 25 miliardi e medita il blocco dell’iva - sfiora lo sciacallaggio vero e proprio. A loro sarebbe da chiedere, oggi per domani, se rifletteranno davvero su questa tragedia o se quando passerà torneranno come prima a chiedere “meno Stato e più mercato”, a negare le risorse essenziali per i pilastri civili della sanità e dell’istruzione, a insultare genericamente i dipendenti pubblici etichettandoli come “fannulloni”, a fregarsene dell’ammassamento tanto voluto quanto disumano che si vive nelle carceri in rivolta e a negare l’ovvia urgenza di un provvedimento di amnistia/indulto, a gridare all’invasione straniera e alla difesa della razza italica, a insultare le Ong che stanno aiutando tutti senza risparmiarsi nel nome del valore assoluto della vita, a ingiuriare i cinesi che dall’estero stanno inviando aiuti consistenti. Per tutti, da ieri, c’è un chiaro esempio da non seguire mai: è il Primo Ministro britannico Boris Johnson, quello del “business as usual” che annuncia l’indisponibilità del governo a intervenire con provvedimenti speciali ed esibendo un cinico disinteresse verso la popolazione invita chi ha sintomi a restare in casa e le famiglie ad abituarsi a perdere qualcuna delle persone care.

Per gli amministratori locali il discorso presenta delle sfumature importanti. Malgrado non sia semplice relazionarsi a cittadini spaventati e disorientati, che in alcuni casi non hanno esitato né a fuggire in un tentativo disperato e pericoloso di sottrarsi alla quarantena né a prendere d’assalto i supermercati aperti di notte, nel timore di uno shock degli approvvigionamenti esplicitamente escluso nel corso delle comunicazioni istituzionali, da loro le comunità locali si aspettano presenza, indicazioni, partecipazione attiva. Insomma, è lecito aspettarsi che ci siano e che si mettano in gioco, non per iscriversi semplicemente alle schiere degli ottimisti o dei catastrofisti ma su un terreno di empatia e condivisione, oltre che di servizio.

Mentre la Sindaca Raggi è “missing”, nei Municipi si sperimentano buone prassi. Per esempio nel Municipio Roma VIII…

Qualcuno sta provando a farlo, anche nella nostra città. E’ il caso del Municipio Roma VIII, quello guidato da Amedeo Ciaccheri, che in pochi giorni ha allestito il portale di servizi www.municipio-solidale.it: c’è un numero di telefono dedicato 0640060606, informazioni sulle farmacie e le attività commerciali che effettuano la consegna della spesa a domicilio, una spiegazione semplice e diretta di come attivare i Volontari civili al servizio delle persone malate e over 65, la “Scuola del territorio”, cioè i video realizzati da associazioni, comitati, residenti e commercianti locali che insegnano a cucinare, a riparare la ruota di una bicicletta, a tagliare i capelli, a disegnare, a fare un quadro, a scrivere un articolo, fino alla giocoleria e alle letture di fiabe per bambini. Insieme al portale è nata Radio Anticorpi, “canale creato per resistere con creatività e positività alla diffusione del CoronaVirus”, una pagina Facebook che informa sulle limitazioni - e su quanto si può fare -, raccoglie contributi da persone comuni, attivisti, testimoni privilegiati e propone laboratori, corsi e consigli su arte, poesia, musica, libri, serie tv, film, ricette del giorno da provare in cucina.

L’anima della rete territoriale è stata l’Assessora alla Scuola e alla Cultura Francesca Vetrugno, che ha attivato la dimensione istituzionale per coordinare e fornire un contenitore alle azioni delle tante soggettività già in campo per istinto, con il contributo di altri assessori e consiglieri municipali e di realtà importanti come la “Croce Rossa Italiana - Comitato Municipi VIII, XI e XII”, di “Acli Roma”, le organizzazioni di protezione civile “Millennium”, “Brigata Garbatella” e “Anep”, le associazioni “Nessun Dorma”, “Casetta rossa” e “Scuolaliberatutti”, i Comitati di quartiere “Montagnola” e “Grottaperfetta”.

Ci sono altre buone prassi territoriali in giro per i quartieri e i municipi romani, mosse da solidarietà, socialità, istinto di sopravvivenza e voglia di reagire. Tra tutte quella del Municipio Roma VIII è forse quella che più ha assunto, in breve, una forma comunicativa efficace e degli obiettivi definiti, per la vitalità del tessuto sociale e per l’immediata attivazione in sinergia dell’ente di prossimità. L’atteggiamento immediatamente propositivo e positivo e l’efficacia degli interventi assumono ancora più importanza se paragonati all’inerzia del Campidoglio, che oltre a non fare praticamente nulla scrive agli Enti municipali per invitarli a non assumere iniziative in proprio, in nome di un cieco centralismo. Mentre la Sindaca Raggi da evanescente e inconsistente nella normalità è “missing” nell’emergenza, ignorando quanto una grande città come la nostra possa puntare sulla ricchezza di persone e organizzazioni in ogni frangente, il sito ufficiale di Roma Capitale si limita ad indirizzare al Ministero della Salute e a evidenziare la “sanificazione di scuole, strade e mezzi pubblici” in corso, un’azione che dovrebbe ripetersi periodicamente e che invece viene svolta solo per i rischi epidemici attuali. Semplicemente la Sindaca e la sua giunta non ci sono, si sono liquefatti e attendono che sia passata la burrasca come i più disinteressati degli spettatori distratti.

* Andrea Catarci, Movimento civico per Roma

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