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Roma
Detenuti contro le buche. Raggi preferisce i carcerati ai volontari

Buche a Roma: i detenuti ripareranno le strade della Capitale ma l’associazione no profit Tappami vede nell’iniziativa l’ennesimo slogan politico della Raggi.

Il protocollo firmato tra Autostrade per l'Italia, il ministero della Giustizia, Roma Capitale e il dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria ha come obiettivo quello di riqualificare le strade romane attraverso il lavoro dei detenuti di Rebibbia che verranno formati in carcere e presso scuole di formazione per una durata di due mesi e mezzo, al termine dei quali otterranno un attestato professionale.

L’associazione Tappami, che nel corso degli anni ha chiuso 5mila buche grazie al volontariato dei romani, plaude al progetto di riabilitazione ma, tramite la propria pagina Facebook, polemizza sulle reali intenzioni del Campidoglio.

“Il problema delle buche – dichiara il fondatore Cristiano Davoli – è una minaccia concreta e, purtroppo, già sperimentata, per la vita e la sicurezza degli utenti delle strade. Ben venga, perciò, qualsiasi iniziativa che concorre a ridurlo. Tanto più dove, al beneficio diretto per il manto stradale, si sommi quello della riabilitazione e della formazione lavorativa per i detenuti che dovranno essere re-inseriti nella società dopo aver scontato la pena”.

“Se però, dal punto di vista dell’Amministrazione Carceraria, questo è un ottimo progetto, non lo è, parimenti, per la città di Roma - continua Davoli - Il fatto che il Campidoglio lo presenti come una risposta all’emergenza buche, sottolinea una volta di più il ricorso agli slogan per mascherare la colpa dell’immobilismo. Nello stesso tempo in cui il Sindaco Virginia Raggi firmava il protocollo di intesa, infatti, continuava a rifiutare la partecipazione di decine di cittadini pronti a contribuire a titolo totalmente volontario e gratuito”.

Dal giugno del 2015, infatti, i volontari di Tappami sono intervenuti sulle buche segnalate dai residenti. L’associazione si autofinanzia per formare, assicurare e fornire materiali, a costo zero per le casse comunali, con un’unica richiesta: “l’inserimento da parte del Comune, dei suoi sforzi all’interno di una Convenzione che riconosca la sinergia tra Pubblico e società civile e che metta in piedi l'albo dei volontari civici al Comune”.

Da anni il Sindaco rifiuta di riconoscere la legittimità del volontariato. Ora che anche i detenuti ricevono il riconoscimento morale che ai volontari è negato, non ci possono più essere dubbi sul fatto che il problema, per il Sindaco Raggi, sia proprio il volontariato. Non si può più parlare di incompetenza, ma di esclusione voluta. Più il tempo passa, più persone rischiano di fare incidenti sulle strade martoriate della capitale. Quelle buche rimarranno nonostante tutte le trovate propagandistiche. Siccome la soluzione c’è, a costo zero, il continuare ad ignorarla sabotando la collaborazione tra cittadini e istituzioni è un atto del quale il Sindaco porterà sempre la responsabilità. Ci viene da dire - conclude Davoli - che per fare il volontario a Roma tocca farsi arrestare!"

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