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Roma
Detenuto con problemi psichiatrici aggredisce agente con un pugno al collo

Ennesimo episodio di violenza nelle carceri dove un detenuto mentalmente instabile ha tentato di rubare la fornitura di un lavorante di sezione, poi aggredire un agente che lo aveva ripreso con un manico di scopa e un pugno al collo. Tuonano i sindacati: “È emergenza, riaprire gli ospedali psichiatrici giudiziari”.

È successo nel carcere di Civitavecchia dove, come riportato da Maurizio Somma, segretario regionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “un detenuto con problemi psichiatrici, intorno alle ore 13 – di mercoledì 19 ottobre - all'apertura dei passeggi, ha cercato di rubare la fornitura del ristretto lavorante di sezione. Il poliziotto di servizio se n’è accorto e lo ha ripreso: il detenuto allora, con il bastone della scopa, ha cercato di colpirlo ma, non riuscendoci, gli ha poi dato un cazzotto, prendendolo in pieno collo”, costringendo l'agente a sottoporsi alle cure presso l'Ospedale civico. Sull'episodio, è intervenuto il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, con il segretario regionale per il Lazio Maurizio Somma e il segretario generale Donato Capece.

Somma, “Nessuna attenzione da parte dell'Amministrazione Penitenziaria”

“Un elogio ai poliziotti che lavorano nell'istituto di Civitavecchia e in particolare a colui che è stato vittima di questo episodio, che ha comunque scongiurato il peggio. E' l'ennesima aggressione da parte di detenuti con problemi psichici nei confronti degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, - denuncia il segretario regionale per il Lazio - ancora una volta sottovalutata dall'Amministrazione Penitenziaria che dà scarsa attenzione sulla difficile gestione di detenuti con problemi psichiatrici all'interno delle strutture penitenziarie, la stessa divenuta sempre più difficile da affrontare”.

Capece, “Riaprire gli ospedali psichiatrici giudiziari”

il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece è intervenuto sulla questione criticando la chiusura degli ospedali adibiti ai detenuti con problemi psichiatrici, la cui presenza nelle carceri “è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri laziali e del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, - continua Capece - pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. E anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.p.g. e fatto aumentare il numero degli eventi critici, merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione”.

“Succede tutto nell'indifferenza della politica e dei vertici dell'amministrazione”

“Basta! Anche questa è un grave aggressione annunciata! - tuona Capece - A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti. Ormai picchiare un poliziotto in carcere senza subire alcuna conseguenza è diventato quasi uno sport nazionale, nella indifferenza della politica e dei vertici dell’amministrazione Penitenziaria”.

“Gli agenti sprrovvisti degli strumenti per fronteggiare le violenze: ci vuole il taser”

“Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal Capo del DAP Renoldi”, denuncia ancora Capece. - La situazione delle carceri del Lazio e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti”. Poi la proposta, “ Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria fanno solo chiacchiere e la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvisto. Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, prevedendo la riapertura degli Ospedali psichiatrici giudiziari”.

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