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Roma
Edilizia al tracollo, persi 30 mila posti di lavoro nel Lazio: i dati choc

Edilizia: il tracollo. Nel Lazio persi oltre 30 mila posti di lavoro e chiuse 764 imprese in sei anni. Settore edile in fortissima difficoltà: dati choc dell'Osservatorio Federlazio.

 

Mercoledì 26 giugno, presso la sede della Federlazio, sono stati presentati i dati del rapporto relativo all’Osservatorio sullo stato di salute dell’edilizia nel Lazio. Il report è stato presentato dal Presidente di Federlazio Edilizia, Alessandro Sbordoni, e dal Direttore Generale della Federlazio, Luciano Mocci. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, l’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Luca Montuori e l’Assessore alle Politiche abitative e Urbanistica della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani.

L’Osservatorio Federlazio costituisce una iniziativa unica nel suo genere in quanto, oltre a raccogliere ed elaborare dati di contesto, rilevati da fonti ufficiali, prevede la realizzazione di una indagine rivolta direttamente ad un campione rappresentativo di imprenditori edili del Lazio (150), intervistati tra il 16 aprile e il 30 maggio 2019. I dati dell’indagine si riferiscono al consuntivo 2018 con previsioni per il 2019. Scopo dell’Osservatorio realizzato da Federlazio è quello di fornire informazioni significative sull’andamento del settore edile che, nonostante il perdurare della crisi, svolge pur sempre una importante funzione di traino per l’intera economia. Con le sue 72.000 imprese e oltre 129 mila addetti, costituisce infatti il 15% dell’universo imprenditoriale e il 6% dell’occupazione totale nella regione Lazio.

Dall’elaborazione Federlazio dei dati di contesto, anche quest’anno emerge chiaramente come la situazione complessiva del settore sia ancora in fortissima difficoltà, sia in Italia che nel Lazio. In Italia, tra il 2012 e il 2018, le imprese attive si sono ridotte di oltre 74.000 unità (-9,1%) e i posti di lavoro persi sono stati circa 293 mila (-17,2%). Nello stesso periodo, nel Lazio la situazione di crisi si evidenzia attraverso la chiusura di 764 imprese (-1%) e di oltre 30 mila occupati in meno (-18,8%).

A livello di “peso”, le imprese edili rappresentano oggi il 14% in Italia rispetto a tutti gli altri comparti economici (15% nel Lazio). La percentuale di occupati dell’Edilizia rappresenta invece solo il 6% in Italia rispetto a tutti gli altri settori (6% anche nel Lazio). In controtendenza, invece, il comparto delle compravendite: nel 2018 in Italia sono state oltre 575 mila contro le 440 mila del 2012. Stesso discorso per il Lazio con 59 mila vendite immobiliari contro le 48 mila del 2012, con un incremento tra il 2017 e il 2018 di oltre 2.700 compravendite.

L’INDAGINE FEDERLAZIO

L’indagine svolta da Federlazio intervistando direttamente imprenditori del settore edile, ha riguardato le seguenti tematiche: situazione e andamento del mercato e dell’occupazione; andamento attività per segmenti di mercato; fattori che incidono sul mercato; ricorso al credito; prospettive per il 2019.

Nel 2018 il saldo sull’andamento dell’attività aziendale evidenzia un indice negativo di 4 punti. Il saldo, lo ricordiamo, è il risultato della differenza aritmetica tra il 31% delle aziende che hanno registrato un qualche sviluppo del proprio business e il 35% di quelle che, invece, ha visto ancora una volta arretrare i livelli di attività aziendale. Questo valore, seppur ancora negativo, è in miglioramento rispetto al -19,5 registrato nella precedente indagine. Anche i livelli occupazionali, pur sempre con valori fortemente critici, mostrano un costante miglioramento: si è passati dal -28% del 2016, al -8% del 2017, ad un saldo uguale allo 0% nel al 2018. Il grafico sugli andamenti dei singoli segmenti di mercato ha evidenziato che i settori maggiormente in difficoltà sono quelli dell’Edilizia Industriale (-36,6%) e degli Interventi di Recupero Urbano (-35,7%). Segue l’Edilizia Ricettivo/Alberghiera con un -24,3%.

Tra i fattori che incidono negativamente sull’andamento del business aziendale, al primo posto (voto da 1 a 5) gli imprenditori indicano anche quest’anno “l’aumento dei vincoli burocratici e normativi” (3,64). Segue “scarsità di liquidità” (3,43) e “incertezza delle politiche urbanistiche” (3,33). Dalle risposte ai questionari, inoltre, è emerso che i giudizi maggiormente negativi degli imprenditori edili riguardano anche quest’anno il rapporto con la Pubblica Amministrazione locale e la capacità della PA di rispondere alle loro esigenze: dichiarano una situazione “molto negativa” rispettivamente il 28% e il 27% (la precedente rilevazione era del 19,4% in entrambi i casi).

Sul fronte del credito, meno della metà degli imprenditori (48,9%) dichiara di avere richiesto una qualche forma di credito bancario nel 2018, in diminuzione rispetto al 56% dell’anno precedente. Solo il 44% degli intervistati è riuscito ad ottenere completamente quanto richiesto alla banca (nel 2017 era il 64%), il 22% solo parzialmente e ben il 34% sono le richieste “non accolte” (nel 2017 erano il 18%).

PREVISIONI

Dopo un netto miglioramento registrato lo scorso anno in merito alle previsioni sull’andamento delle attività (il saldo era passato da -16% del 2017 a +3,1% del 2018), le imprese segnalano una contrazione delle aspettative per il 2019 con un valore che torna a essere negativo (-2,2%). Il confronto dei valori evidenzia che le aspettative positive sono concentrate quasi esclusivamente tra le imprese con oltre 15 addetti (saldo +33%) e tra quelle che si rivolgono al mercato pubblico e privato (saldo + 13%). Si conferma quindi una frattura del settore e una prospettiva di grande criticità per le imprese più piccole che addirittura vedrebbero aumentare le proprie difficoltà anche in considerazione prospettica.

In merito alle aspettative sui singoli segmenti di mercato, il confronto dei valori nelle due ultime rilevazioni annuali evidenzia, comunque, un miglioramento complessivo delle aspettative. In particolare va segnalato il costante incremento dei saldi di opinione per le prospettive dei lavori di ristrutturazione e valorizzazione dell’edilizia privata (saldo +28,2% contro +22,2% dello scorso anno). In netto calo, invece, le previsioni riguardo l’Edilizia ricettivo/Alberghiera (-37,1%) e l’Edilizia Industriale (-33,3%) e Commerciale (23,7%).

Infine, gli imprenditori edili del Lazio hanno espresso le loro opinioni per quanto riguarda le strategie da suggerire alle Pubbliche Amministrazioni del territorio regionale per poter sostenere il rilancio del settore nel prossimo futuro. Coerentemente con tutti gli altri dati fin qui emersi, gli imprenditori auspicano l’impegno delle Pubbliche Amministrazioni nella direzione della riqualificazione e della messa in sicurezza degli edifici pubblici (63,6%) e si attendono uno sviluppo delle attività nell’ambito della rigenerazione urbana (61,4%), combinando risorse pubbliche e private.

“I risultati del rapporto di quest’anno – dichiara il Presidente di Federlazio Edilizia, Alessandro Sbordoni - il ci mostrano una situazione complessiva del settore edile che continua a presentare elementi di notevole difficoltà. Sul piano delle dinamiche imprenditoriali e di quelle occupazionali i dati non permettono ancora, purtroppo, di delineare un quadro positivo. Gli indici della produzione edilizia evidenziano un andamento piatto e i livelli generali permangono molto al di sotto rispetto alla situazione pre-crisi. Le opinioni degli imprenditori edili del Lazio risultano coerenti con i dati statistici. Si confermano lievi miglioramenti, rispetto a quanto rilevato lo scorso anno, che riguardano esclusivamente le imprese di maggiore dimensione e più strutturate, mentre si accentuano le difficoltà per le realtà più piccole. Va sottolineato che gli interventi di recupero urbano, dai quali gli imprenditori si attendevano segnali positivi, stentano ancora a decollare. Per quanto riguarda le aspettative sul 2019 la situazione non sembra migliorare e i saldi di opinione, che l’anno scorso erano incentrati a un cauto ottimismo, sono tornati ad essere negativi. In questo quadro il contributo derivante dall’impegno delle Pubbliche Amministrazioni, per mettere in campo le attività di riqualificazione urbana e, soprattutto, nella messa in sicurezza degli edifici pubblici, costituirebbe un elemento vitale per le prospettive di sopravvivenza del settore. Più in generale è necessario prendere atto di un processo di cambiamento e di lungo periodo che riguarda l’intera natura del business delle costruzioni nel nostro Paese, ma anche, più in generale, su scala globale. Tale business, infatti, nel futuro sarà sempre più caratterizzato dal prevalere delle attività rigenerative mentre la realizzazione di nuovi edifici dovrà essere concepita secondo criteri che consentano l’autonomia energetica, il risparmio e il contenimento sull’utilizzo di materiali non riciclabili, fino al suo azzeramento”.

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