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Roma

“Si pensa che quasi il 70% delle attività di somministrazione, dunque bar e ristoranti nel centro storico sia in mano alla criminalità organizzata”. La dichiarazione choc arriva direttamente dal presidente del I municipio Sabrina Alfonsi a margine della firma del protocollo "Municipi senza mafie". “Rispetto al fenomeno – ha spiegato - le denunce sono molto poche, o i municipi riescono a creare luoghi dove la gente va senza aver paura di denunciare”.

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“Un altro piccolo esperimento per la legalità nel I Municipio – ha commentato la Alfonsi - è mettere in trasparenza i castagnari, si vede già lì che, in questa piccola attività, c'è un monopolio: il 70% è riconducibile a una sola delle famiglie. Sarebbe un segnale importante mettere in evidenza le volture delle attività commerciali, già darebbe a chi se ne deve occupare una notizia fondamentale per combattere la criminalità in città. Ma purtroppo non possiamo farlo per un problema di risorse economiche, anche umane".
Parole che hanno mandato su tutte le furie il presidente della Fipe – Confcommercio Roma Nazzareno Sacchi: “Le dichiarazioni della presidente Alfonsi rischiano di generalizzare una situazione che andrebbe invece analizzata in modo più dettagliato e comprovato. E' molto grave – dice Sacchi - può essere fuorviante perché rischia di gettare discredito su un’intera categoria di imprenditori che al contrario svolgono regolarmente e nel pieno rispetto della legalità il proprio lavoro”.

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Nel frattempo il Consiglio municipale discuterà di una delibera contro la ludopatia, che prevede un bollino per le attività commerciali che non mettono i videopoker. "Non possiamo intervenire direttamente sul fenomeno - è spiegato Iside Castagnola, presidente della Commissione legalità - ma incoraggeremo con dei bollini di qualità 'slot-free' i negozianti a non inserire nei propri esercizi le slot machine. Per i commercianti ci saranno piccoli contributi economici, ad aiutarci in questo sarà la Regione Lazio che ha avviato un bando in questo senso. Inoltre controlleremo, con l'aiuto della Polizia Municipale, che la distanza prevista per legge di 150 metri da ospedali, chiese e scuole, sia rispettata dalle attività con i videopoker".
Le infiltrazioni della criminalità mafiosa non sono un problema che affligge solo il centro storico. Tutti i Municipi di Roma Capitale sono protagonisti nella lotta antimafia con il primo protocollo d'intesa "Municipi senza mafie". Promossa dall'associazione daSud, la carta d'intenti prevede misure su cinque temi critici: appalti, corruzione, gioco d'azzardo, beni confiscati, formazione e istruzione. Non solo promesse simboliche, ma impegni concreti, come l'obbligo di richiesta di informazioni antimafia al Prefetto per le imprese coinvolte in appalti sopra i 150.000 euro e la mappatura di tutti i beni immobili confiscati sul proprio territorio. Provvedimenti nel solco della legge Anticorruzione del novembre 2012, che spetta ai Municipi applicare in concreto, nel loro ruolo di "front office" con i cittadini.
 

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