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Roma
Natale di Roma, Comune non dà una lira anzi tassa i volontari: la festa salta

Il Natale di Roma rischia di non vedere avere più come protagoniste le rievocazione storiche del Gruppo Storico Romano. Dopo 18 anni di festeggiamenti, il Comune lascia l'organizzazione della festa completamente a carico dell'associazione. Il presidente: “Troppe spese, non possiamo permettercele”.

 

Sergio Iacomoni, presidente e fondatore del Gruppo storico romano (associazione nata per rievocare l’Antica Roma), è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, per parlare della lettera inviata ai romani sui social network nella quale comunica che il Natale di Roma 2019 non avrà luogo. “Il Comune di Roma, dal quale non abbiamo mai preso un euro in tutti questi anni, ha deciso di farci pagare le transenne, i bagni pubblici e il suolo pubblico. Per noi, che paghiamo di tasca nostra la manifestazione, sono spese insostenibili”.

“La manifestazione ci costa tra le quaranta e le sessantamila euro – fa sapere il presidente Iacomoni -, ora dobbiamo aggiungerci le altre spese che ammontano a venti-trentamila euro da tirare fuori se la vogliamo fare. Noi questi soldi non ce li abbiamo. Ci proibiscono di fare attività commerciale come la vendita di gadget, non abbiamo modo di poter raccogliere fondi per l’associazione. Per noi gazebo, transenne e bagni sono una spesa troppo grande. Non vogliamo lucrarci, vogliamo solo festeggiare Roma come si merita. Se la vogliamo dire tutta, quando arriviamo a Circo Massimo per gli allestimenti troviamo l’erba alta, incolta, sporcizia ovunque. Eppure il Comune sa che ci saranno trecentomila persone. Non c’è nessuna agevolazione, nessuna voglia di fare questo evento. Noi siamo tutti volontari, facciamo questo solo per amore. Se vent’anni fa non mi fosse venuta in mente l’idea di questa manifestazione la nascita di Roma sarebbe stata lasciata nel dimenticatoio”.

“Inoltre – continua Iacomoni -, il 'Natale di Roma' ha talmente successo che da mesi molti turisti americani hanno prenotato il viaggio per Roma proprio per partecipare ai festeggiamenti. Così come tanti gruppi che arrivano da tutta Europa, per loro è l’appuntamento dell’anno e aspettano questo giorno di festa per tutti coloro che si sentono romani e hanno un orgoglio romano”.

“Dal Campidoglio – dice il presidente - abbiamo ricevuto una lettera nella quale ci comunicano che sono a nostre spese, oltre alle transenne e ai bagni chimici anche i gazebo, e ricordo che nei gazebo riceviamo le scuole di Roma, e l’occupazione di suolo pubblico che ci vogliono far pagare nonostante la nostra sia una manifestazione culturale gratuita per tutta la cittadinanza. Non riusciamo ad avere un colloquio con nessuno, vorremmo parlare con qualcuno. La sindaca recentemente ci ha inviato una lettera per farci i complimenti per la manifestazione sulle Idi di marzo, noi ammiriamo lei. Non capisco cosa inceppi il meccanismo, allora. Per evitare la concomitanza con il giorno di Pasqua abbiamo anche posticipato i festeggiamenti al 22 aprile, il giorno di Pasquetta. Qualche anno fa abbiamo celebrato la nascita di Roma a Pasquetta ed è stata una manifestazione meravigliosa, non c’è stato nessun problema con i cittadini con il Comune né tanto meno con il Vaticano. Non capisco il perché. Speriamo che qualcosa si sblocchi, vogliamo parlare con qualcun di Roma Capitale, cerchiamo un confronto diretto perché la manifestazione è troppo importante. Se non si troverà una soluzione – conclude - al Circo Massimo faremo forse un flash mob ma non sarà la stessa cosa”.

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