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Roma
Neonata morta per infezione all'Umberto I. Medici scagionati dalla Regione

Neonata deceduta per un infezione al Policlinico Umberto I di Roma, l’Assessorato alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio scagiona i medici: “Nessuna negligenza, assistenza continua”.

 

I genitori della bambina hanno presentato un esposto per omicidio colposo alla Procura della Repubblica. La piccola era nata all’ospedale Umberto I il 20 agosto scorso, prematuramente, alla trentesima settimana. Subito dopo è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva neonatale dello stesso policlinico, dove qualche giorno più tardi - sostengono i genitori nell'esposto - ha contratto l'infezione. Sottoposta a terapie, senza mai essere dimessa dalla struttura ospedaliera, la neonata è morta il 10 ottobre.

“Questa mattina il Direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Umberto I di Roma ha inviato la relazione clinica in riferimento al decesso della neonata avvenuto il 10 ottobre del 2018. Dal quadro clinico emerge che si tratta di una neonata pre termine, di peso molto basso alla nascita e con pluripatologie, nata il 20 agosto e deceduta il 10 ottobre. È stato effettuato il 12 ottobre il riscontro autoptico. La causa del decesso oltre alla prematurità, aggravata inizialmente da una sofferenza perinatale, da una grave insufficienza respiratoria e dalla presenza di dotto di botallo pervio, è stata la sepsi da “Serratia marcescens” ampliata da uno shock settico e da una disfunzione multiorgano. Per quanto si evince dall’audit clinico nei 49 giorni di vita tutti i professionisti della terapia intensiva neonatale hanno fatto tutto il possibile per salvare la vita della piccola prematura. La terapia intensiva neonatale dell’Umberto I è una struttura di assoluto riferimento nazionale e sono state eseguite tutte le indicazioni contenute nei protocolli clinici internazionali. Peraltro dai continui monitoraggi sulle infezioni, la terapia intensiva neonatale del Policlinico Umberto I risulta assolutamente sicura e con incidenza tra le più basse a livello nazionale ed internazionale e vengono trattati oltre 200 casi l’anno. Ai famigliari va tutta la solidarietà e vicinanza e l’azienda ospedaliera è a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti necessari”. Lo comunica in una nota l’Assessorato alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio.

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