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Roma
Piazza Indipendenza, Raggi svanita nel nulla: Gabrielli e Prefetto la accusano

Idranti contro i rifugiati, donne ferite, genitori trascinati davanti ai propri figli. Il capo della Polizia e il Prefetto accusano il Comune, ma Virginia Raggi sembra svanita nel nulla.

 

Dopo lo sgombero di Piazza Indipendenza che ha trasformato Roma in un campo di battaglia, continuano le polemiche e il rimpallo delle responsabilità di quanto avvenuto giovedì 24 agosto. La grande protagonista, il sindaco della Capitale che tutti stanno accusando e additando da diverse ore, però, sembra scomparsa e ancora non ha commentato quanto successo nella città di cui è primo cittadino.
Le accuse dei suoi confronti, intanto, non vengono solo dai rifugiati, che dopo esser stati sgomberati dall'occupazione di via Curtatone sono stati cacciati pure dall'accampamento di fortuna di Piazza Indipendenza. In un'intervista a Repubblica il capo della Polizia Franco Gabrielli si prende le proprie responsabilità riguardo al caso del poliziotto che ha urlato al collega “Se serve spaccagli il braccio”, ma non si vuole sbilanciare di più. “Quella frase non deve diventare una foglia di fico” sottolinea, chiarendo che non spettava alla polizia trovare un nuovo alloggio per gli occupanti abusivi. Compito, va specificato, che sarebbe toccato al Comune prima di iniziare lo sgombero. Gabrielli ricorda che da prefetto di Roma, insieme al commissario straordinario Tronca, aveva stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive: “Era previsto da una delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive”.
Anche il Prefetto Paola Basilone non intende addossarsi colpe che non sono le proprie e se da un lato difende il ministro dell'Interno Marco Minniti, dall'altro attacca il Comune di Roma: “L'aspetto della socialità e delle sistemazioni degli sfollati spetta al Campidoglio”. Se lo sgombero è avvenuto su disposizione della magistratura e il coordinamento delle operazioni era di competenza del Prefetto, il Comune si sarebbe dovuto occupare del post-sgombero.
Le proposte sono arrivate, ma sono state criticate da tutti, in primis dai rifugiati che avrebbero dovuto usufruirne. La società proprietaria dell'immobile in via Curtatone ha messo a disposizione gratuita alcune villette a Rieti per una durata di 6 mesi. Se da un lato lo status di rifugiato non autorizza a occupare una casa, dall'altro dovrebbe garantire alcuni diritti fondamentali e l'ottenere un luogo dove abitare soltanto per un periodo limitato stride. A Rieti, inoltre, quando settembre sta per cominciare e con esso la scuola per decine di bambini sgomberati da via Curtatone e iscritti a istituti romani. Alcune delle famiglie, comunque, ha acconsentito per necessita a spostarsi per alcuni mesi dalla Capitale, ma le polemiche non sono comunque mancate e sempre nei confronti della Raggi. "Leggo da notizie di stampa che alcune famiglie sgomberate verranno collocate in alcune abitazioni di proprietà privata ubicate a Gavignano frazione del comune di Forano, in provincia di Rieti. Tutto ciò a valle di un accordo tra il comune di Roma e la società che gestisce l'immobile. Nessuno che si sia degnato di avvisare il Sindaco di Forano a testimonianza della inciviltà istituzionale che regna al comune di Roma” scrive Fabio Melilli, segretario regionale PD Lazio. D'altronde la comunicazione interna o nei confronti degli omologhi non sembra il punto forte della giunta comunale romana viste le ultime vicende che sono seguita all'ennesimo rimpasto a firma Raggi.

 

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