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Roma
Stadio Roma, Parnasi ammette: “Palozzi chiedeva soldi, Civita favori”

Inchiesta Stadio della Roma, Luca Parnasi a colloquio con i pm ammette i rapporti con la politica capitolina, Pd, Forza Italia ma anche Movimento 5 stelle.

 

Paolozzi "assetato" di soldi, Civita bisognoso di un favore per il figlio. Emergono i primi retroscena dei verbali dell'interrogatorio dei pm, durato nel complesso oltre 11 ore, nel corso del quale il costruttore romano ha confermato il "sistema Parnasi", teorizzato già al momento dalle intercettazioni. "Adriano Palozzi mi ha chiesto con estrema insistenza un aiuto economico. L’ho conosciuto in occasione della vicenda di Ecovillage, in quanto era sindaco del Comune di Marino. Lo avevo sostenuto nella precedente campagna elettorale, almeno 6 anni addietro, erogando in suo favore se non ricordo male 10mila euro - racconta Parnasi - Si trattava di un’erogazione regolare, con delibera e iscrizione in bilancio da parte di una società del gruppo”.

Nell’ultima campagna Palozzi mi chiamava continuamente chiedendomi un contributo ed abbiamo concordato il contratto con la Pixie – continua Parnasi nell’atto – al fine di giustificare la dazione della somma di denaro. Non avevo bisogno di quel contratto nè di quei servizi. Tuttavia non volevo fare figurare il mio nome accanto a quello di Palozzi proprio perché stavo tentando di costruire un rapporto con i Cinque Stelle. La società Pixie ha svolto un’attività di consulenza consistente nella documentazione che esibisco”.

Parnasi aggiunge anche che non aveva “alcun interesse alle funzioni di Palozzi” e che i soldi dati avevano "il solo scopo di evitare di avere problemi con lui che continuava a richiedermi dette somme. Quanto alle ragioni di tale erogazione, devo dire da un lato che essa è intervenuta per evitare di avere un nemico, tale era la mia percezione delle cose, dall’altro era connessa alla sua funzione pubblica, nel senso che acquisivo la disponibilità della sua funzione ove essa si fosse resa necessaria per il perseguimento degli interessi miei e del mio gruppo”.

 Per quanto riguarda Michele Civita, Parnasi ha sottolineato invece che  "ha operato sempre nell'interesse della Regione Lazio. Io l'ho sostenuto con il voto, a lui dato anche da parte dei miei familiari. Politicamente la Regione e di conseguenza Civita erano favorevoli alla realizzazione dello Stadio. Era il nostro punto di riferimento nella conferenza di servizi ed a lui, sia che io che Caporilli e Baldissoni, ci rivolgevamo per la soluzione di eventuali problemi". "Non sono in grado di dire se il suo atteggiamento di disponibilità fosse finalizzato ad avanzarmi in seguito la richiesta di assunzione del figlio - prosegue Parnasi - Per la conoscenza che ho di Civita credo che non sia così. Ho fatto la promessa di assunzione del figlio perché a lui legato da rapporti personali, nella consapevolezza del suo ruolo pubblico".

Il tribunale del Riesame di Roma si è nel frattempo riservato di decidere in merito alla richiesta di revoca o attenuazione delle misure cautelari avanzate dalle difese dei due ex assessori regionali di Pd e Forza Italia.

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