Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

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Pillole d'Europa
Sfide verdi, i nuovi fondi per la transizione economica sostenibile

Di Cinzia Boschiero

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: la Commissione europea intende puntare su ambiente e nuove sfide energetiche, ma come potranno le aziende riconvertirsi? Ci sono dei fondi europei? Luca Funesso

Risposta: sì, presso la Rappresentanza a Milano della Commissione europea ad un incontro con i giornalisti è stato spiegato dal dott. Massimo Gaudina, Direttore che l’'Unione europea si è impegnata ad arrivare a soluzioni di  impatto climatico zero entro il 2050, obiettivo che richiede notevoli investimenti sia pubblici , a livello dell'Unione Europea sia degli Stati membri,  che privati. Il piano di investimenti del Green Deal europeo, il cosiddetto "piano di investimenti per un'Europa sostenibile", si appoggia sugli strumenti finanziari dell'Unione Europea, in particolare InvestEU, per mobilitare investimenti pubblici e fondi privati che si dovrebbero tradurre in almeno mille miliardi di euro in investimenti. Alcune regioni europee subiranno una profonda trasformazione socioeconomica. Il così definito “meccanismo per una transizione giusta” europeo, che è stato di recente presentato dalla Commissione europea,  fornirà loro sostegno pratico e finanziario su misura al fine di aiutare i lavoratori e generare gli investimenti locali necessari. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "Al centro del Green Deal europeo, che racchiude la nostra visione per un'Europa climaticamente neutra entro il 2050, ci sono le persone. La trasformazione che ci si prospetta è senza precedenti e avrà successo solo se è giusta e va a beneficio di tutti. Sosterremo le popolazioni e le regioni chiamate a compiere gli sforzi maggiori affinché nessuno sia lasciato indietro. Il Green Deal comporta un ingente fabbisogno di investimenti, che trasformeremo in opportunità di investimento." Il piano di investimenti del Green Deal europeo mobiliterà i fondi dell'Unione Europea e creerà un contesto in grado di agevolare e stimolare gli investimenti pubblici e privati necessari ai fini della transizione verso un'economia climaticamente neutra, verde, competitiva e inclusiva.  Il ‘meccanismo europeo per una transizione giusta’ è uno strumento chiave per garantire che la transizione verso un'economia climaticamente neutra avvenga in modo equo e non lasci indietro nessuno. Fornirà un sostegno mirato a quelle più colpite nell'intento di mobilitare almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027, attenuando così l'impatto socioeconomico della transizione. Contribuirà a generare gli investimenti di cui necessitano i lavoratori e le comunità che dipendono dalla catena del valore dei combustibili fossili. Il meccanismo si aggiunge al sostanzioso contributo fornito dal bilancio dell'Unione tramite tutti gli strumenti direttamente pertinenti alla transizione. Il meccanismo per una transizione giusta consterà di tre fonti principali di finanziamento ovvero il ‘Fondo per una transizione giusta’, per il quale saranno stanziati 7,5 miliardi di euro di nuovi fondi comunitari, che si sommano alla proposta della Commissione per il prossimo bilancio a lungo termine. Per poterne beneficiare gli Stati membri dovranno individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, di concerto con la Commissione. Dovranno inoltre impegnarsi a integrare ogni euro versato dal Fondo con contributi dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Fondo sociale europeo Plus, nonché con risorse nazionali supplementari. Ciò dovrebbe tradursi in finanziamenti totali dell'ordine di 30-50 miliardi di euro, che mobiliteranno a loro volta ulteriori investimenti. Il Fondo per una transizione giusta concederà principalmente sovvenzioni alle regioni: sosterrà i lavoratori, aiutandoli ad esempio ad acquisire abilità e competenze spendibili sul mercato del lavoro del futuro, e appoggerà le PMI, le start-up e gli incubatori impegnati a creare nuove opportunità economiche in queste regioni. Sosterrà anche gli investimenti a favore della transizione all'energia pulita, tra cui quelli nell'efficienza energetica. Inoltre è previsto un sistema specifico per una transizione giusta nell'ambito di InvestEU, che punta a mobilitare fino a 45 miliardi di euro di investimenti. Lo scopo è attrarre investimenti privati a beneficio delle regioni interessate, ad esempio nei settori dell'energia sostenibile e dei trasporti, e aiutare le economie locali a individuare nuove fonti di crescita. Mentre  uno strumento di prestito per il settore pubblico in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, sostenuto dal bilancio dell'UE, dovrebbe mobilitare investimenti compresi tra 25 e 30 miliardi di euro e servirà ad accordare prestiti al settore pubblico, destinati ad esempio agli investimenti nelle reti di teleriscaldamento e alla ristrutturazione edilizia. La Commissione presenterà la relativa proposta legislativa a marzo 2020. Il meccanismo per una transizione giusta, tuttavia, non è circoscritto ai finanziamenti. Tramite la piattaforma per una transizione giusta la Commissione offrirà assistenza tecnica agli Stati membri e agli investitori e garantirà il coinvolgimento delle comunità interessate, delle autorità locali, dei partner sociali e delle organizzazioni non governative. Il meccanismo per una transizione giusta potrà contare su un solido quadro di governance basato su piani territoriali specifici.

Domanda: l’Unione europea aiuta anche Stati africani? Marco Ceresio

Risposta: Sì, c’è un apposito Fondo a favore di progetti di cooperazione tra Unione europea e Africa e ci sono molti progetti già avviati, ci sono aperti ad esempio anche due recenti bandi per progetti di cooperazione di cui uno con il Sud Africa con un budget di  3.998.004 euro e scadenza al 10 febbraio e un bando a favore di progetti in Somalia con un budget  di  3.800.000 euro e scadenza al 17 febbraio. 

Domanda: mio figlio vuole fare un’esperienza di volontariato all’estero, non ci sono opportunità comunitarie? Silvia Guspetti

Risposta: sì. Può candidarsi per i progetti del corpo europeo di solidarietà. Si tratta di attività di solidarietà a tempo pieno, non retribuita, svolta da giovani nel proprio paese di residenza o all’estero. Il volontariato può essere individuale, per una durata compresa tra 2 e 12 mesi, oppure di gruppo con il coinvolgimento di 10-40 giovani provenienti da almeno 2 Paesi diversi, per un periodo compreso tra 2 settimane e 2 mesi. Oppure può fare domanda per un tirocinio retribuito a tempo pieno con durata da due a sei mesi.  Ci sono progetti e partenariati di volontariato e Gruppi di volontariato in settori ad alta priorità quali progetti di inclusione sociale, di tutela del  patrimonio culturale europeo oppure progetti in risposta alle sfide ambientali e climatiche, compresa la prevenzione delle calamità, la preparazione ad esse e la ricostruzione.

 

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