I facili costumi delle signore bene
UNA LETTRICE SCRIVE/ Conoscevo gia' queste situazioni per averne sentito parlare a mezza bocca da professionisti frequentati per motivi di lavoro. Ma gli uomini dove sono, cosa fanno, sono sempre esenti da giudizi morali? Elisa Prato |
di Giovanni Alesi
Di prostituzione, e nello specifico di prostituzione minorile, si è parlato in queste ultime settimane (e si continua a parlare in questi giorni) dopo lo scandalo delle baby-squillo scoppiato a Roma e dopo che la Procura dei minori di Milano ha aperto un procedimento conoscitivo sul fenomeno delle cosiddette “ragazze doccia”, ovvero le adolescenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni che si prostituivano con loro coetanei nei bagni della scuola in cambio di ricariche telefoniche, oggetti e, forse, anche denaro. Ma la prostituzione, si sa, non è soltanto minorile.
E lo Stato farebbe bene ad aprire gli occhi e a mettere da parte finti quanto inutili moralismi, per poi agire di conseguenza. Colpire quelle persone che lo fanno magari soltanto per guadagnarsi da vivere, se non addirittura per “sopravvivere”, pagando un prezzo rappresentato spesso da umilianti vessazioni e finendo il più delle volte con l'essere sfruttate, picchiate e magari segregate non è il rimedio a un problema di ben più ampia portata. Queste persone devono piuttosto essere aiutate a uscire da una situazione difficile quando non drammatica e di loro una società che si dice civile dovrebbe anche farsi carico. Si è accennato alla prostituzione minorile, che va certamente colpita e combattuta. Nulla da dire, a questo proposito. Ma a dover essere in tutti i modi stroncata è anche quella delle cosiddette “signore bene” , mogli di stimati liberi professionisti - e magari a loro volta imprenditrici e donne in carriera - che ogni mattina accompagnano i figli a scuola (rigorosamente privata e magari pure di orientamento cattolico!) per poi “cambiare pelle” e vestire (o svestire, fate voi) i panni delle prostitute d'alto rango, ma cosa che fa genere è che non lo fanno per soldi ma solo per trasgredire.
Quale morale, vien da chiedersi subito, possono trasmettere simili madri ai loro figli, destinati inevitabilmente a crescere con problemi non trascurabili, che poi finiranno col ripercuotersi sulla società, dunque su tutti noi? Si parla di una recrudescenza dei fenomeni delinquenziali, si parla - a ragione - di violenza sulle donne, ma nella nostra inchiesta ci siamo imbattuti in una realtà che in tutta onestà non immaginavamo, tanto più in una terra qual è la zona di Monza e Brianza ricca e laboriosa. Sì, perché proprio in questa regione sta emergendo in tutta la sua portata il fenomeno della prostituzione (come chiamarlo diversamente?) da parte di signore benestanti abituate a viaggiare su comodi quanto lussuosi Suv( X5,Q5,ML) metallizzati, o solite frequentare esclusivi club golfistici o del tennis! Già, ma qual è l'identikit di queste “signore bene”? Sono prevalentemente cinquantenni, di bella presenza ma anche signore un pò sovrappeso, di rigore il biondo vestono naturalmente in modo impeccabile e si accompagnano il più delle volte a cani di razza di piccola taglia Bassotti ,Carlino,Pinscher. Sconcertante è anche il modo da loro utilizzato per adescare. C'è Internet, naturalmente, con vari Social che tutti conosciamo, siti “specializzati" per incontri , ma ultima novità i giochi di società nati come gioco ora ottimi siti per conoscere ma c'è anche il… mondo dei signori dal nodo della cravatta molto pronunciato.
Lì è facile andare sul sicuro. Basta trovare la scusa giusta e chiedere una visita a un immobile (o a più immobili) da acquistare o da affittare. Il contatto telefonico è diretto e in quel caso garantito, all'insaputa dei proprietari degli immobili in questione e con il risultato che stabili vuoti si trasformano in vere e proprie alcove dove consumare un rapporto senza che nessuno possa avere alcun sospetto. Abbiamo anche parlato con una di queste “signore” e la nostra interlocutrice ci ha candidamente confessato che nei due anni seguiti alla sua separazione ha avuto un numero così elevato di incontri da non ricordarli nemmeno tutti anche mettendosi a elencarli, carta e penna alla mano. Chiudere gli occhi su questa realtà è insomma assurdo. Basterebbe guardare all'umanità di Papa Francesco, da sempre vicino ai “nuovi schiavi”. E tra loro Bergoglio era solito mettere, quando era cardinale nella “sua” Argentina, proprio le prostitute, quelle sfruttate, picchiate e segregate, non certo quelle di alto rango!