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Il Sociale
La narrativa entra in terapia intensiva

Lato C, concept agency milanese, reinterpreta il concetto di medicina narrativa, coinvolgendo – per la prima volta in Italia – due importanti autori che hanno “prestato” ai pazienti la loro capacità letteraria e la loro sensibilità. E per la prima volta il filo conduttore non è una specifica malattia, ma l’intero reparto di Terapia Intensiva, un ‘mondo ignoto’ e spesso spersonalizzante dove si nasconde un nemico estremamente subdolo: la sepsi.

 

“Con questo progetto – dichiara Giovanni Brancaccio, Healthcare Unit Supervisor di Lato C – abbiamo voluto dare un’impronta diversa alla medicina narrativa che ormai da qualche anno è diventata una prassi abbastanza comune anche in Italia. Per la prima volta, infatti, abbiamo coinvolto due scrittori noti e raccontato un reparto intero. La narrazione diventa sempre più spesso uno strumento terapeutico, che prova a dare voce a coloro che vivono e soffrono nell’ombra di una sindrome ancora poco conosciuta. ‘Quei giorni senza tempo. Storie di sepsi dalla Terapia Intensiva’ ha un obiettivo ambizioso: sensibilizzare l’opinione pubblica, le Istituzioni e tutta la comunità scientifica sulla sepsi, una malattia molto grave e diffusa, ma ancora poco conosciuta. Ed è per questo che la narrazione ha più voci: i pazienti ed i famigliari, ma anche i medici e gli infermieri”.

 

I racconti di Isabella Bossi Fedrigotti e di Maurizio Cucchi diventeranno il libro "Quei giorni senza tempo. Storie di sepsi dalla Terapia Intensiva", ideato da Lato C, realizzato da Biotest – azienda farmaceutica che produce farmaci emoderivati altamente specializzati – in partnership con SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva). Il volume conterrà 7 storie provenienti da 7 reparti di terapia intensiva, verrà pubblicato nelle prossime settimane e sarà disponibile in numerose ICU (Intensive Care Unit) dislocate su tutto il territorio nazionale e in alcune librerie selezionate.

 

La sepsi, qualche numero. Ogni anno, solo in Italia, ci sono circa 65.000 decessi per sepsi. Una cifra che supera, addirittura, la somma dei decessi per i tumori al seno e all’intestino. Un problema molto grave, che non può più essere taciuto o sottovalutato e che, mai come in questi giorni, sta diventando ancora più attuale.

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