Capro espiatorio e Co-redentore
Stiamo entrando nella settimana delle settimane quella Santa per eccellenza. In essa si concentrano tutte le verità già contenute nell’ Antico Testamento. La più rilevante riguarda la modalità di superare l’ inestinguibile senso di colpa che sorge in noi quando avvengono dei fatti che ci coinvolgono. Immediatamente scatta dentro di noi un meccanismo di difesa cercando di individuare il responsabile. Quanto più pesante è il senso di colpa per un’azione grave compiuta dal gruppo che subito scatta l’ affermazione “io non centro, la colpa è del tale o tal’ altro.…”Nell’ Antico Testamento e precisamente in Levitico si descrive il rito dei due capri espiatori sui quali il Sommo Sacerdote scaricava le Colpe di tutto il popolo.
Domenica 29 c.m. è quella delle Palme che costituisce come l’ atrio d’ ingresso al Cuore di tutto l’ anno liturgica cristiano. “Rallegrati ‘Gerusalemme’ accogli i tuoii figli entro le tue mura…Esultai quando mi dissero andiamo alla casa del Signore…” (ps ). Che bello era solo pochi anni fa riproporre una delle più significative ed espressive celebrazioni in ogni paesello anche il più sperduto. La scarsità di sacerdoti impediscono di rivivere l’ accoglienza di colui che viene a ricordarci che “ogni cosa che facciamo anche di male al più piccolo l’ abbiamo fatta a Lui…” Ecco il Vero autentico Capro espiatorio che nell’attualizzazione liturgica tenta di coinvolgere le membra del suo Corpo Mistico “ nel farsi carico” della malefatte enormi dell’ umanità . Nelle celebrazioni della Settimana Santa che sfociano nel Triduo Pasquale (Giovedì-Venerdì/Sabato e Domenica) tutte le persone innestate in Cristo col Battesimo vengono sollecitate in forma sempre più intensa ad abbandonare il ruolo dei bestemmiatori cioè di coloro che scaricano con violenza i loro gravi sensi di colpa su Dio e sugli altri ed accettino di trasformarsi in co- redentori accollandosi in forma sempre più consistente il peso del peccato che è il prodotto dell’ ubbidienza al Maligno. Umanamente accettiamo e condividiamo l’ affermazione di San Paolo che afferma :”a tutti è offerta la possibilità di completare con la offerta della nostra sofferenza, quanto manca alla opera redentrice di Cristo.”
Affermare “qualunque cosa avrete fatto al più piccolo fra gli uomini , l’ avete fatta a me…” equivale a darsi una patente di divinità. Gesù se lo permise perché era tale…Il suo programma però sta pure nell’offrire l’opportunità di affermare la stessa disponibilità anche ai battezzati cioè a me e a te e a tutti… Accusare gli altri è segno di fragilità, di incapacità di assumersi le proprie responsabilità. In fondo a questo ‘gioco’ allo scaricabarile si finisce col precipitare nel baratro della auto condanna dell’uomo come tale dandosi appunto la patente di ‘bestia, di animale’ che agisce per puro istinto. Essi infatti per questo modo di agire non hanno nessun senso di colpa… Infatti hanno raggiunto questi risultati di apparente guarigione dai sensi di colpa seguendo spesse volte gli indirizzi educativi di certa psicologia. Accettano la dichiarazione di esseri irresponsabili. Il cattolicesimo è rimasto pressoché solo in difesa dell’ uomo. Se ognuno di noi seguendo Cristo lungo il percorso che ha fatto prima di noi raggiungesse pure la capacità di diventare in Cristo e nella Chiesa, Capro espiatorio dei deboli, gusterebbe la gioia d’aver realizzato la sua divinizzazione e la coscienza d’essere Co-redentore dei “peccatori” purché però ammetta di esserlo lui stesso, riconoscono la propria debolezza e fragilità umana bisognosa d’ essere restaurata dal Cristo.