Dalla Terra dei fuochi a campi di calcio sintetici: la seconda vita degli pneumatici usati
"Far emergere la bellezza da una delle cose più brutte che esistano, un vecchio pneumatico inservibile abbandonato, non è impresa da poco". È quanto scrive Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, nella prefazione del libro "Materiale-Valore-Immateriale. Reinterpretare il riciclo della gomma", realizzato da Daniele Tamagni, fotografo milanese, vincitore del World Press Photo nel 2011 nella categoria arts&entertainments.
Libro e mostra vengono presentati oggi a Milano, dalle 19 alle 21.30 allo Spazio Solferino 40. Ecopneus è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei pneumatici fuori uso (pfu), creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia. E quello proposto da Tamagni è un viaggio che parte dalle discariche abusive della Terra dei fuochi in Campania e arriva nei campetti di calcio sintetici realizzati con il riciclo dei pneumatici.
"Le strade e le superfici dei campi da gioco, gli sguardi dei bambini e degli atleti che vi corrono sopra, quelli dei lavoratori sudati e pieni di orgoglio sono esattamente ciò che andava mostrato - scrive nella prefazione Stefano Trasatti, direttore di Redattore sociale -: il percorso di un oggetto che deturpava il paesaggio verso una nuova funzione vantaggiosa per tutti, il passaggio dall’incuria e dall’illegalità alla possibile condivisione di abitudini rispettose per le nostre e le future generazioni. Un lavoro utile, e non soltanto per chi vive nella Terra dei fuochi".
La bellezza degli scatti di Daniele Tamagni permettono anche di mettere in luce il lavoro che c'è dietro il riciclo dei pneumatici e il suo valore ambientale, sociale ed economico. Dal 2011 al 2013 Ecopneus ha raccolto oltre 500 mila tonnellate di copertoni, pari a circa 62 milioni di ruote (più di uno a testa per ogni italiano!). Ne sono stati ricavati 2.700 campi di calcio sintetici, 12.700 km di strade con manto gommato, 90mila tonnellate di acciaio, 15mila km di antivibranti ferrotranviari, 50 kmq di isolanti acustici e 4.445 gwh di energia. E ha dato lavoro ad almeno mille persone, impiegate nelle aziende legate a Ecopneus che si occupano della raccolta e della frantumazione dei pneumatici fuori uso.