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Sostegno all'agenda Draghi per piegare i falchi Ue: che cosa c'è dietro il patto tra Meloni e SuperMario Draghi

Di Alberto Maggi

Il dietro le quinte del faccia a faccia a Palazzo Chigi

Meloni-Draghi: incontro a Palazzo Chigi

Di necessità virtù. Patto Giorgia Meloni-Mario Draghi sul ruolo dell'Italia in Europa. Fonti qualificate della maggioranza spiegano che al di là delle dichiarazioni ufficiali, dietro il faccia a faccia tra la presidente del Consiglio e il suo predecessore a Palazzo Chigi di oggi c'è l'appoggio della leader di Fratelli d'Italia all'agenda Draghi presentata qualche giorno fa per il futuro dell'Unione europea che si concretizzerà nel portare avanti le istanze di SuperMario in seno al Consiglio europeo.

In particolare sul debito comune e sugli eurobond, tema sul quale la Germania, come al solito, al momento appare sorda. In cambio, Draghi aiuterà il governo italiano utilizzando il suo ruolo di sorta di padre nobile dell'Ue esercitando la cosiddetta moral suasion sia con i commissari "falchi" del nuovo esecutivo della Commissione di Ursula von der Leyen sia nei confronti degli stessi Paesi membri per tentare di essere i più morbidi possibili sul fronte del rientro dal deficit e dal debito.

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E su questo punto Meloni può trovare anche il sostegno di Emmanuel Macron essendo la Francia più o meno come l'Italia se non forse peggio, almeno secondo i parametri. E con la recessione in Germania il Cancelliere tedesco, politicamente debole dopo il voto in Sassonia e Turingia, non può troppo alzare la voce. Insomma, una moral suasion con i Paesi frugali per non stringere troppo la cinghia del nuovo Patto di Stabilità.

Non solo, Draghi potrebbe anche svolgere il ruolo di cercare di convincere Christine Lagarde ad accelerare con nuovi tagli dei tassi di interesse, come chiede a gran voce il governo italiano. Sullo sfondo, l'appoggio della premier Meloni a un eventuale ruolo di Draghi in Europa, che potrebbe essere o un clamoroso ritorno alla guida della Bce o il posto di Ursula von der Leyen se la maggioranza della rieletta presidente della Commissione, divisa e litigiosa, dovesse implodere.

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