Sport
L'ex coach di Alcaraz, Ferrero: "Sono ferito. Allenare Sinner? Se arrivasse un'offerta ci penserei"
Juan Carlos Ferrero sull'addio con Alcaraz: "Ogni cosa ha bisogno di tempo per essere elaborata ed immagino che mi farà male vederlo giocare nei tornei

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz - foto Lapresse
L'ex coach di Alcaraz, Ferrero: "Sono ferito. Allenare Sinner? Se arrivasse un'offerta ci penserei"
Juan Carlos Ferrero si confessa e si racconta a pochi giorni dalla separazione con Carlos Alcaraz dopo 7 anni di collaborazione.
"Se arrivasse un‘offerta di Sinner ci penserei, perché è un giocatore straordinario, ma ora devo aspettare che il dolore passi. Se avrò altre opportunità le valuterò, ma dopo otto anni senza mai fermarmi, essere a casa è qualcosa che si apprezza. Qualche proposta è già arrivata, ma la mia testa è ancora ferma a Carlos. Oggi sarebbe impossibile riprendere ad allenare", spiega l'ex coach del numero 1 nel corso di un'intervista a 'Marca', rispondendo a una domanda sulla possibilità di allenare in futuro Jannik Sinner - che nel 2026 proseguirà con Darren Cahill insieme a Simone Vagnozzi: i 3 in questi giorni sono a Dubai per preparare la nuova stagione che inizierà a gennaio in Australia.
Sul divorzio con Alcaraz, il vincitore del Roland Garros 2003 (e finalista quell'anno allo Us Open) spiega: "E' un momento difficile, vivevamo tutto con grande intensità - le parole del 45enne spagnolo -. In questo periodo io sono ferito, ogni cosa ha bisogno di tempo per essere elaborata ed immagino che mi farà male vederlo giocare nei tornei. Ero innamorato del suo modo di giocare, ha un carisma impressionante. Sarà difficile vederlo giocare dalla tv, spero di trovare la forza per diventare un suo tifoso in più. Non essere d’accordo su alcuni punti, non inficia sul nostro rapporto di amicizia, per questo non chiudo la porta ad un possibile ritorno con lui. Gli auguro tutto il meglio e ha le possibilità per diventare il migliore della storia. Come ogni anno c’erano delle cose sulle quali non andavamo d’accordo con l’entourage: loro facevano i suoi interessi, io i miei, e alla fine abbiamo deciso di separarci".
Juan Carlos Ferrero - foto IpaLa separazione tra lui e Alcaraz è stata improvvisa. Ferrero racconta: "C’era l’idea di andare avanti, anche dopo Torino: non abbiamo mai litigato e Samuel Lopez ha portato aria fresca, quindi avremmo potuto continuare insieme dopo una grande stagione -sottolinea Ferrero-. La off-season era già stata organizzata, Lopez era al corrente di tutto e non hanno dovuto modificare nulla”.
Sarà proprio Lopez, storico allenatore di Pablo Carreno Busta, a proseguire il lavoro iniziato da Ferrero al fianco di Carlos Alcaraz: “Avevamo inserito la sua figura proprio per evitare che il rapporto tra di noi si usurasse, vedere tutto da un’altra prospettiva ci ha fatto bene. Samuel lo conosce e ha l’esperienza per gestirlo. Conosco Samuel da tanti anni e gli ho lasciato la porta aperta, se avesse voluto continuare, farlo è per lui un premio per il lavoro che ha svolto in questi anni. Con lui volevo essere comprensivo e non egoista, anche se non posso dire che non faccia male”.
"Credo che entrambi dobbiamo essere grati di esserci incontrati -prosegue l'ex numero 1 del mondo-. Carlos perché non è facile trovare una persona con grande esperienza che ti dedica tanto tempo, e io perché in lui ho trovato un giocatore che impara ad un ritmo incredibile. Carlos può subire qualcosa a breve termine, ma a livello tennistico ha tutto per superare le difficoltà e presentarsi in Australia giocando ad alto livello. Non siamo riusciti a vincere quel torneo insieme, ma lui ha tanti margini di miglioramento, e non bisogna fidarsi troppo del ranking. Il team sa che può migliorare a livello fisico, tecnico e mentale e lo aiuterà. È importante che cresca anche come persona e professionista, perché le pressioni ci sono, tutti si aspettano che vinca sempre. Cercavamo di fare in modo che fosse sempre molto motivato”.
“Quando l’ho conosciuto, aveva capacità tecniche, fisiche e mentali impressionanti. È sempre difficile vedere i sogni che diventano realtà, ma io sono in pace con me stesso: ho dato tutto e spero che il mio lavoro venga riconosciuto positivamente. Se sono stato più di un semplice coach deve dirlo lui, ma di sicuro mi sono dedicato a lui al 100%", conclude Ferrero.

