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Europei: l'Italia sogna con gli schemi di Gianni Vio, ex bancario di Unicredit
Bonucci svetta di testa su un calcio da fermo: gli schemi di Vio servono per sorprendere le difese avversarie (Lapresse)

L’entusiasmo per la nazionale italiana agli Europei di calcio ha provocato una grande attenzione anche nei confronti dello staff tecnico di Roberto Mancini, formato da altri ex calciatori molto noti ai tifosi: Gianluca Vialli, Lele Oriali, Attilio Lombardo, Fausto Salsano e Alberico “Chicco” Evani.

Tra i consulenti del commissario tecnico di Jesi c’è anche una figura particolare, poco conosciuta, ma molto importante. E’ Gianni Vio, 66 anni, ex bancario (lavorava in una filiale Unicredit di Mestre) diventato un vero e proprio “guru” dei calci piazzati.

La sua seconda vita è cominciata nel 2004 con la pubblicazione del libro “Palla inattiva, un attaccante da 15 reti”, manuale sullo sfruttamento di una situazione di gioco di fondamentale importanza. La lettura convinse Walter Zenga a contattare Gianni Vio e a inserirlo nello staff tecnico che lo aiutava nella conduzione tecnica dell’Al Ain, blasonata formazione degli Emirati Arabi, per poi portarlo con se’ anche al Catania.

Arrivare in Serie A era già un salto di qualità enorme per l’ex bancario, che in precedenza aveva dispensato le sue teorie solamente nel calcio dilettantistico. Tutti si sono accorti di lui nel 2008, quando Mascara segnò il gol vincente contro il Torino sfruttando il movimento di quattro suoi compagni, che formarono una seconda barriera per nascondere il pallone al portiere granata Sereni: oggi lo fanno quasi tutti, ma allora era una vera e propria primizia.

In seguito, Vio ha collaborato col Milan, col DC United nel campionato di soccer americano e con Brentford e Leeds in quello inglese. La sua fama è arrivata all’orecchio di Mancini, che ha deciso di coinvolgerlo nel progetto di rilancio della nazionale Azzurra.

Grazie al suo vastissimo repertorio di schemi – si dice che ne abbia codificati ben 4.830! – già lo scorso anno l’Italia ha segnato gol come quello di Cristante contro la Moldova e conquistato rigori come quello di Belotti contro la Polonia.

Che si tratti di un calcio d’angolo o di una punizione dal limite, Vio sa sempre trovare la ricetta giusta per rendere imprevedibile l’azione azzurra. Il fil rouge tra i vari schemi è la copertura della visuale del portiere il più a lungo possibile, così da ritardarne l'intervento sul pallone. L’Italia di Mancini lo fa con la doppia barriera messa a cavallo di quella avversaria, per ostruire la visuale, e con i blocchi in area che consentono di liberare un uomo sui traversoni al centro.

Contro il Galles, solamente il palo ha salvato Ward dalla punizione di Bernardeschi, mentre il fulmineo inserimento di Pessina lo ha beffato sull’angolino più lontano. Per ogni situazione specifica, c’è uno schema cucito in maniera sartoriale: “Bisogna sempre analizzare i giocatori a disposizioni e predisporre azioni che sfruttino le loro capacità. Alcuni hanno una capacità di lettura della partita davvero speciale, come ad esempio Sergio Ramos. Ovunque metti la palla, puoi scommettere che troverà il modo di arrivare a impattarla. Il tempismo è la cosa più importante, quando si tratta di finalizzare un calcio piazzato”.

Un altro aspetto fondamentale è quello mentale: in un libro scritto a quattro mani con lo psicologo Alessandro Tettamanzi, Vio parla di “quel 30% in più” di gol che si possono realizzare con il corretto sfruttamento delle palle inattive.

Nella marcia di avvicinamento alla difficile sfida con il Belgio, Mancini e gli Azzurri sanno benissimo che ogni singola occasione può essere decisiva, se ben sfruttata. Anche per questo il manuale degli schemi di Vio, un vero e proprio tomo, andrà ben studiato anche la notte prima della partita, come se si trattasse di un esame di maturità.

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