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Miccoli indagato per estorsione. "Su Falcone mi lasciai andare"

La Dia di Palermo ha arrestato Mauro Lauricella, 33 anni, figlio del boss Antonino, detto "scintilluni", e Gioacchino Alioto, 62 anni, mafioso. I due sono accusati di estorsione aggravata nell'ambito dell'inchiesta in cui, per concorso nel medesimo reato, e' indagato l'ex bomber del Palermo Fabrizio Miccoli. Il provvedimento e' stato disposto dal gip di Palermo Ferdinando Sestito su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Francesca Mazzocco e Maurizio Bonaccorso.

Il calciatore avrebbe incaricato Mauro Lauricella di recuperare alcuni crediti. I fatti oggetto dell'indagine sono avvenuti nel 2010. Si tratta di soldi che - secondo investigatori ed inquirenti - sarebbero stati vantati da un ex fisioterapista del Palermo Calcio. Miccoli - ascoltato dai pm nel 2013 - avrebbe sostenuto che a chiedergli di mediare sarebbe stato un altro calciatore, ex calciatore dei rosanero, il palermitano Pietro Accardi. I magistrati hanno anche "ascoltato" diversi protagonisti della vicenda, tra cui oltre a Gasparini e Miccoli, anche Pietro Accardi e Andrea Barzagli, attuale difensore della Juventus e della nazionale, con un passato nel Palermo. Miccoli e Lauricella sono amici, si frequentano spesso. Lauricella, a dire del calciatore, e' molto "introdotto" nell'ambiente delle discoteche. Ed e' per questo che avrebbe pensato di rivolgersi a lui per cercare di risolvere la questione.

Miccoli indagato, "su Falcone mi lasciai andare" - "Io a Mauro ci credevo, come persona e come mio amico, al di la' di quello che poteva essere il padre". Ingenuo o bravo attore, Fabrizio Miccoli risponde ai magistrati che lo interrogano come indagato di estorsione aggravata e spiega i propri rapporti con Mauro Lauricella, detto "Scintilla", con riferimento al padre, Antonino Lauricella, che nell'ambiente mafioso e' lo "Scintilluni", un piccolo boss del quartiere palermitano della Kalsa: "Io questo ho pensato, cioe' che uno ha il papa' cosi', ma il figlio e' totalmente diverso! Con me, era la cosa della foto, la cosa del video... andiamo la'... andiamo la'... ti accompagno io... facciamo... era questo con me Mauro!". Nell'interrogatorio che aveva reso ai pm Francesca Mazzocco e Maurizio Bonaccorso, nell'ambito dell'indagine che oggi ha portato agli arresti di Lauricella jr e di Gioacchino Alioto, Miccoli ha cercato di ridimensionare i propri rapporti con i piccoli malavitosi della famiglia Lauricella. Con Mauro, l'ex numero 10 del Palermo aveva espresso pesanti considerazioni su "quel fango" di Giovanni Falcone, tutto registrato dalla Dia.

"Alcune volte mi sono lasciato andare per telefono - aveva spiegato il calciatore ai magistrati - come e' successo con Falcone... non lo sto negando che io non l'abbia fatto!". L'accusa pero' mostrava di non credergli e gli rimproverava che Lauricella risolveva i problemi perche' figlio di un mafioso ("E a Palermo i mafiosi risolvono i problemi!"). A quel punto il calciatore aveva osservato che "se io volevo fare le cose con Mauro Lauricella, o risolvere questo problema, io non chiamavo altri, in aiuto". Il fantasista ex del Palermo, oggi in forza al Lecce, viene messo in difficolta' quando i magistrati gli ricordano che lui ha "messo in moto una macchina infernale, che si chiama Mauro Lauricella": "A me dispiace, questo! Se l'ho messo in moto, mi dispiace! Una cosa che a me preme dire e' che io non stavo con Mauro perche' era il figlio del boss. E l'ho notato piu' avanti... piu' avanti mi rendero' conto, io ci ho solamente perso con queste persone qua!".

L'ombra lunga dei mafiosi sul Palermo calcio era stata notata anche dal difensore centrale attualmente in forza alla Juventus campione d'Italia, Andrea Barzagli. In particolare, a frequentare il campo degli allenamenti della squadra rosanero, a Boccadifalco, era il mafioso Nicolo' Milano: "L'accesso agli estranei per gli allenamenti non e' consentito - spiega il giocatore ai magistrati - e peraltro Milano aveva rapporti diretti con il direttore sportivo Rino Foschi e con il suo assistente Schio. Sempre su vostra richiesta, aggiungo che l'anomala presenza del Milano mi aveva incuriosito ed avevo appreso nell'ambiente che era una persona che contava, indicazione di per se' sufficiente a giustificare la sua presenza. Rappresento ancora che il Milano era accompagnato di volta in volta da persone diverse". A dicembre 2011, poi, Milano fu arrestato.

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