Nba, Sterling: "Non vendo i Clippers e proseguo causa"
Donald Sterling fa marcia indietro. Squalificato a vita dall'Nba e multato di 2,5 milioni di dollari per alcune frasi razziste riportate da un sito di gossip americano (che citava alcune intercettazioni telefoniche), l'80enne patron dei Los Angeles Clippers ha annunciato la volonta' di ritirare il suo benestare per la vendita della franchigia per la cifra di due miliardi di dollari, cosi' come concordato tra la moglie Shelly e l'ex a.d. di Microsoft Steve Ballmer.
E fa sapere di voler proseguire la causa contro l'Nba, alla quale chiede, a titolo di indennizzo, un miliardo di dollari. "Non voglio vendere i Los Angeles Clippers - fa sapere Sterling in una nota ufficiale diffusa da uno dei suoi legali - Sono profondamente addolorato per i miei commenti fatti in privato. E anche se questa non e' una scusante per quello che ho detto, come ogni altro americano mai avrei immaginato che sarebbero diventati pubblici".
Poi aggiunge: "Credo che il commissioner Adam Silver abbia agito con troppa fretta quando ha illegalmente ordinato la cessione forzata dei Clippers e mi ha espulso a vita dalla Nba. Le sue azioni e quelle della lega costituiscono una violazione dei miei diritti e sono uno schiaffo in faccia alle liberta' concesse a tutti gli americani". Sterling non ha paura di quanto pensa la gente su di lui: "Ho deciso che devo combattere per proteggere i miei diritti: anche se la mia posizione non e' popolare, credo che il mio diritto alla privacy e a un giusto processo non possano essere ignorati. Amo i Clippers e ho dedicato loro 33 anni della mia vita: voglio combattere per tenermi la squadra".