Sport
Via alla Serie A post-Covid: non è un campionato per giovani

Il torneo riprende con pochi spettatori, tanti debiti e l'esito scontato ormai da un decennio. Gli Over 34 dominano la scena. Per fortuna c'è l'Atalanta
Il campionato riparte senza il tanto atteso colpo di mercato della vigilia, ma per alimentare i sogni dei tifosi c'è ancora tempo fino al 5 ottobre. In attesa di Suarez e Vidal, a prendersi la scena è stato Bonaccini: il presidente dell'Emilia Romagna con una mossa a sorpresa ha dato la possibilità di riaprire gli stadi del Parma e del Sassuolo, seppure a capienza molto ridotta. Una scelta rischiosa, soprattutto mentre nel resto d'Europa si parla sempre più frequentamente di un secondo lockdown, e della quale speriamo non ci si debba pentire.
Per il resto, spalti vuoti – coviddì ce n'è, purtroppo – e tutti davanti alla televisione, ma pure qui con diverse ragioni di preoccupazione: benché il campionato sia legato mani e piedi alla commercializzazione dei diritti tv, gli abbonati sono in calo. Certo, non aiuta il fatto che negli ultimi nove anni sia sempre stato vinto a mani basse dalla Juventus, che con altrettanta regolarità ha fallito il suo sogno europeo. Vedremo se il debuttante Pirlo riuscirà a fare meglio di illustri predecessori come Conte, Allegri e Sarri, mandati via pur avendo dominato la scena nazionale: per il momento, quello che appare chiaro è che la scelta della società bianconera sia stata orientata anche al massimo del risparmio possibile, promuovendo in fretta e furia l'ex “Maestro” del centrocampo, che era stato ingaggiato per farsi le ossa sulla panchina dell'Under 23.
Non solo a Torino, bisogna fare i conti con un'esposizione debitoria che, nel suo complesso, dovrebbe andare ben oltre i 318 milioni di euro dell'esercizio precedente. Inevitabile cercare nove fonti di reddito, anche all'estero: siano essi nuovi proprietari come Friedkin (subentrato a Pallotta in una staffetta tutta americana al timone della Roma) o nuovi investitori come Amazon, che potrebbe entrare nella partita dei diritti tv, scompigliando le carte.
LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE 1985: DA CRISTIANO RONALDO AD ASHLEY YOUNG
Non è un campionato per Paperoni, nonostante le agevolazioni fiscali, ma soprattutto non è un campionato per giovani, sebbene i ragazzi di talento – da Zaniolo a Tonali – non manchino. Scorrendo l'elenco dei nomi più blasonati, verrebbe voglia di aggiornare la famosa canzone di De Gregori ne “La leva calcistica della classe 1985”: è questo l'anno di nascita di Cristiano Ronaldo, Matteo Parolo, Ashley Young e diversi altri protagonisti delle squadre che partono in pole, almeno sulla carta.
Molto provocatoriamente, ma non senza fondamento, possiamo sostenere che per vincere lo Scudetto 2020/21 andrebbe benissimo una squadra tutta Over 34, se scelta con cura.
Non ci credete? Andiamo con ordine.
In porta va senza dubbio Buffon, che compiendo 43 anni a gennaio è il “nonno” del gruppo (è più vecchio anche del suo neoallenatore). Se si obietta che da tempo l'ex azzurro è riserva del trentenne Szczęsny, possiamo sempre optare per un'alternativa di lusso: l'interista Handanovic, 36 anni. Difesa a tre con tre veri e propri guerrieri: Chiellini (36), Godin (34) e Kolarov (35 a novembre). Come possibili rincalzi, ci sono il 38enne Bruno Alves e il 36enne Felipe. Il centrocampo è il reparto nel quale l'età maggiormente rappresenta un limite, vista la necessità di correre di continuo. Tuttavia, possiamo affidarci a un terzetto classe '85 molto solido: oltre ai già citati Parolo e Young, c'è spazio per Borja Valero. Per il quarto elemento, optiamo per un sano turnover tra Magnanelli (33) e il terzetto Biglia-Lulic-Valdifiori (34).
In attacco, schieriamo le stelle più brillanti. Ovviamente si parte da Cristiano Ronaldo (36 a febbraio), affiancato da Dzeko (34) e dall'immarcenscibile Ibrahimovic (39 anni il 3 ottobre). E quando questi giganti dovessero avere bisogno di tirare il fiato, i ricambi sarebbero senza dubbio all'altezza: Quagliarella (37), Palacio (38) e Ribery (37).
Non vi sarà sfuggito che fino a qui non abbiamo nominato l'Atalanta, che solo poche settimane fa ha chiuso una stagione da sogno arrivando ad appena 5 punti dallo Scudetto e a una manciata di secondi dalla semifinale di Champions League. Autentica folata di aria fresca in uno scenario non sempre esaltante, la “Dea” sta cercando di recuperare il suo gioiello, Ilicic, che punta a rientrare in campo a novembre dopo aver dribblato una serie di problemi personali che col calcio non c'entrano. Lo sloveno merita, oltre che un doveroso riserbo, anche tutti i nostri più sinceri auguri. Pur compiendo 33 anni a gennaio, ha ancora tutto il tempo di recuperare il tempo perso e rifarsi con gli interessi. Soprattutto in un campionato come quello italiano, sempre più specchio della gerontocrazia del Paese.