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Tlc, Labriola: “Competizione selvaggia. Servono regole uguali per tutti”

L’ad di Tim contro chi “vende energia” e si butta nella telefonia
Tlc, Labriola: “Competizione selvaggia"
"Penso a regole uguali per tutti, che tutelino consumatori e mercato. Quando ero più giovane le tlc erano un mercato a compartimenti stagni: chi vendeva telefonia, vendeva telefonia punto; e chi vendeva energia, faceva solo quello. Ora chi fa energia vende anche tlc". È la riflessione di Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, in un'intervista rilasciata a Il Giornale e rilanciata dall’Ansa in cui si chiede: "Chi controlla che non ci siano sussidi incrociati, che non vendano un servizio a bassa marginalità, come la connettività, senza guadagnarci per fare invece alti profitti con l'energia?".
Si tratta di una "competizione selvaggia" che "contribuisce a distruggere ulteriormente il mercato delle tlc. È quindi necessario ripensare alle regole. E ciò vale anche per i rapporti con i giganti del tech", sottolinea Labriola. L'ad di Tim alla domanda se sta suggerendo di cancellare la cosiddetta net neutrality risponde: "Sto parlando di regole uguali per tutti. Negli Stati Uniti è stata rivista, in Brasile ci stanno lavorando. Anche nel Regno Unito ne stanno parlando. Penso che nemmeno in Europa dovrebbe essere un tabù - aggiunge -. Prima o poi dovremo considerare anche il dumping, questo sconosciuto nel codice italiano. È giunto il tempo di fare un restart nel mondo delle tlc in Europa e in Italia".
Labriola risponde a chi ha polemizzato sostenendo che la cessione della rete costerà alla nuova Tim non meno di 2 miliardi l'anno per l'affitto. "Una ricostruzione miope e grossolana - spiega -. Dei 2 miliardi che spenderemo per l'affitto della rete, circa 700 milioni sono il costo dell'energia che Tim avrebbe dovuto sobbarcarsi comunque se avesse mantenuto la rete. Inoltre, senza la cessione a Kkr avremmo dovuto investire non meno di 10 miliardi nei prossimi 5 anni per il potenziamento della struttura in fibra". Il totale dei benefici che Tim ricaverà tra cessioni, earnout e restituzione del canone di concessione ammonta "grosso modo nell'intorno di 5 miliardi, che possiamo destinare a investimenti per la crescita o anche a forme di remunerazione per i soci", conclude.