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BTP Italia in portafoglio, conviene davvero? Ecco come sfruttare al meglio la nuova emissione 2025

Dopo il buon riscontro ottenuto nell’ultima emissione del 2023, il governo italiano rilancia con una nuova tranche della durata di sette anni, in scadenza nel 2032.

di redazione economia

Il BTP Italia torna in grande stile: ecco cosa sapere prima di investire

I BTP Italia tornano sul mercato a fine maggio 2025, proponendosi ancora una volta come uno strumento di investimento pensato per proteggere il capitale dall’inflazione. Dopo il buon riscontro ottenuto nell’ultima emissione del 2023, il governo italiano rilancia con una nuova tranche della durata di sette anni, in scadenza nel 2032. Il BTP Italia è una particolare tipologia di titolo di Stato indicizzato all’inflazione nazionale, misurata attraverso l’indice FOI (Famiglie di Operai e Impiegati), che esclude i tabacchi. Questo lo differenzia dai BTP tradizionali, come BTP Valore o BTP Futura, che prevedono cedole fisse e rendimenti certi sin dall’inizio.

Secondo quanto riporta Money Farm, nel caso dei BTP Italia, invece, il rendimento cresce al crescere dei prezzi al consumo: sia le cedole sia il capitale investito vengono rivalutati periodicamente in base all’inflazione. La cedola è composta da una parte fissa e una parte variabile, e viene corrisposta ogni sei mesi. Inoltre, chi acquista il titolo durante il collocamento iniziale e lo detiene fino alla scadenza riceve un premio fedeltà dell’1% sul capitale investito, un incentivo pensato per premiare gli investitori più pazienti.

Dal punto di vista dello Stato, i BTP indicizzati rappresentano un utile strumento per diversificare le fonti di finanziamento del debito pubblico e coinvolgere attivamente i risparmiatori retail. Circa il 10% del debito italiano è attualmente legato all’inflazione, una scelta che guadagna popolarità soprattutto nei momenti di incertezza economica e di crescita dei prezzi. Per il risparmiatore, il BTP Italia può essere particolarmente interessante in scenari dove si prevede un’inflazione più alta del previsto. In questo senso, funziona come una sorta di assicurazione: protegge il potere d’acquisto del capitale investito

. Tuttavia, come ogni forma di protezione, anche questa ha un costo. A parità di scadenza, il BTP Italia tende a offrire un rendimento iniziale inferiore rispetto ai titoli nominali. Se nei prossimi anni l’inflazione resterà sotto determinate soglie, il rendimento complessivo del BTP Italia potrebbe risultare meno conveniente rispetto a un BTP tradizionale. Inoltre, chi dovesse decidere di vendere il titolo prima della scadenza è esposto alla volatilità del mercato, ai movimenti dei tassi reali e alle condizioni generali del sistema Paese, inclusi spread e rating sovrano.

Un altro aspetto da considerare riguarda la frequenza delle cedole: i BTP Italia pagano ogni sei mesi, mentre altri titoli come il BTP Valore prevedono cedole trimestrali, un dettaglio che può fare la differenza per chi cerca entrate più regolari. In ogni caso, l’inserimento di un BTP Italia all’interno del proprio portafoglio può avere senso solo se rientra in una strategia più ampia. Investire in un singolo titolo espone infatti al rischio di credito dell’emittente e al rischio di dover liquidare in momenti sfavorevoli