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Finanza

Che cos’è l’Unione Bancaria Europea

Approfondimento a cura di Paolo Brambilla

L'unione bancaria è un sistema di vigilanza e di risoluzione delle crisi nel settore bancario che opera in base a norme a livello dell'UE. L’obiettivo è garantire che il settore bancario nella zona euro, e nell'UE in senso lato, sia sicuro e affidabile e che le banche insolvibili siano soggette a risoluzione senza ricorrere al denaro dei contribuenti e con il minimo impatto sull'economia reale. 

All'unione bancaria appartengono i Paesi della zona euro e gli Stati membri dell'UE che hanno scelto di parteciparvi, così come i Paesi che adotteranno l'euro in futuro. I Paesi che non fanno parte della zona euro possono aderire mediante un accordo di stretta cooperazione.

“Potenziare lo sviluppo del mercato dei capitali risulta cruciale in un sistema bancocentrico come quello dell’Europa continentale, e in un contesto nel quale l’inasprimento dei vincoli regolamentari limita le possibilità di crescita del credito bancario” afferma Andrea Sironi, rettore dell’Università Bocconi. “Come rilevato di recente anche dal Presidente della Banca Centrale Europea, l’Unione Bancaria e quella dei mercati dei capitali rappresentano passi importanti per il completamento dell’Unione Economica e Monetaria”

Principali obiettivi dell’unione bancaria sono:

  • garantire la solidità delle banche e la loro capacità di superare in futuro eventuali crisi finanziarie
  • evitare situazioni in cui il denaro dei contribuenti è utilizzato per salvare banche in dissesto
  • ridurre la frammentazione del mercato armonizzando le norme che regolano il settore finanziario
  • rafforzare la stabilità finanziaria nella zona euro e nell'insieme dell'UE.

L’Unione Bancaria è uno dei quattro pilastri della politica finanziaria dell’euro, insieme a quello fiscale, economico e politico. E’ un progetto avviato dall’ Unione Europea nel 2010 relativo a sistemi di vigilanza e ristrutturazione delle banche per la stabilità finanziaria della zona euro.

Nasce dopo la crisi innescata negli Stati Uniti dai mutui subprime nel 2007 e si basa su un corpus unico di norme che comprende un Meccanismo Unico di Risoluzione delle Crisi (SRM) e un sistema di garanzia dei depositi accentrato a livello europeo, la cui supervisione è affidata alla Banca Centrale Europea (BCE) attraverso un meccanismo di vigilanza unico (SSM).

Per far ciò, la Commissione Europea ha quindi proposto una tabella di marcia con diverse fasi per implementare l’Unione Bancaria. Sin dall’istituzione del Sistema Europeo di Vigilanza Finanziaria (SEVIF) nel 2010, l'obiettivo generale del legislatore europeo nel progetto dell’Unione Bancaria è quello di evitare nuove crisi della zona euro, di spezzare il legame fra le crisi finanziarie e quelle dei debiti pubblici nazionali e di ricostruire la fiducia degli investitori nel settore bancario.

A livello globale, l'Unione Bancaria è in linea con gli impegni assunti dall'UE in seno al G20 e negli Accordi di Basilea III, nel quadro di un insieme di provvedimenti per perfezionare la regolamentazione del settore bancario, l'efficacia dell'azione di vigilanza e la capacità degli intermediari di gestire i rischi che assumono.

L’Unione Bancaria si basa fondamentalmente su tre pilastri: il Meccanismo di Vigilanza Unico (SSM) entrato in vigore nel 2013 ma operativo da novembre 2014, il Meccanismo Unico di Risoluzione delle Crisi (SRM) che entrerà in vigore nel 2016 e il Fondo Unico di Risoluzione (SRF) che dopo una fase transitoria, a partire dal 1 gennaio 2015, sarà a regime dal 2025.

Torneremo sull’argomento in un prossimo articolo

Paolo Brambilla