Il livello di sostenibilità aziendale - Affaritaliani.it

Finanza

Il livello di sostenibilità aziendale

Prosegue il ciclo di interventi di Andrea Gasperini, responsabile del gruppo di lavoro “Mission Intangibles®” dell’Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari (AIAF).

 

Negli articoli precedenti abbiamo affrontato vari temi, dalla creazione del valore alle risorse intangibili e loro classificazione, a come narrare il valore degli intangibili e come considerarli a fronte dell’evoluzione del processo di reporting aziendale, fino a ricordare l’importanza dei fattori identificati con l’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance) che rientrano nel campo della sostenibilità.

 

Chiediamo ad Andrea Gasperini (AIAF) se possiamo affermare che dalla sola finalità del profitto nel breve termine si passerà finalmente a quella della sostenibilità nel lungo termine?

 

“Alle aziende non è più richiesto di perseguire unicamente la finalità di produrre un proprio profitto nel breve termine, ma elevate sono le aspettative che il loro comportamento venga percepito come responsabile, etico ed in grado di assicurare la sostenibilità anche nel lungo termine minimizzando gli impatti negativi sull’ambiente e generando positivi contributi sociali per i propri stakeholder”.

 

Ci può fare qualche esempio?

 

“Certamente, vediamone qualcuno:

 

  • Wal-Mart ha avviato un progetto denominato “Sustainable agricolture” coinvolgendo i propri fornitori la cui finalità è quella di migliorare gli impatti ambientali attraverso la vendita di maggior cibo prodotto localmente, investire in attività di formazione ed in infrastrutture dedicate a piccoli e medi coltivatori in particolare nei mercati emergenti ed iniziare a misurare l’efficienza con la quale i maggiori fornitori crescono e trasportano i loro prodotti nei punti vendita di Wal-Mart.

 

  • Cadbury ha avviato un progetto di attenzione alle preoccupazioni dei suoi clienti con riferimento ad esempio alle pressioni di sospendere l’uso dell’olio di palma dopo aver rilevato di aver sostituito il burro di cacao con grassi vegetali tra i quali anche l’olio di palma.

 

 

  • Timberland ha avviato una serie di iniziative finalizzate alla riforestazione che ha portato a piantare oltre un milione di alberi e l’impegno di coltivarne non meno di cinque milioni prima dell’anno 2015 per prevenire la desertificazione, ridurre la siccità, combattere il riscaldamento globale e rendere più verdi gli ambienti.

 

  • Unilever ha avviato un progetto denominato “Sustainable Living Plan” attraverso il quale creare lavoro e reddito, collegato con il suo successo, per gli impiegati, i fornitori, i clienti, gli investitori ed i coltivatori. La crescita ad ogni costo non è vitale ma deve essere perseguito un modello di business sostenibile che consente agli individui di migliorare la propria qualità della vita senza aumentare gli impatti negativi sull’ambiente”.

 

Questi comportamenti virtuosi portano benefici alle aziende?

 

“Una delle conseguenze, in chiave aziendale, di tale profondo cambiamento socio-economico-culturale è che gli stessi investimenti in ambito di responsabilità sociale ed ambientale vengono considerati nella valutazione e misurazione delle performance economiche e nuove forme di reporting hanno iniziato ad affacciarsi nel panorama internazionale e nazionale, volte a far conoscere a varie categorie di stakeholder anche il livello di sostenibilità raggiunto dall’azienda”.

 

Paolo Brambilla

red