Brexit, vertice a Berlino tra Merkel, Renzi e Hollande
A Berlino si incontrano Renzi, Hollande e Merkel. Tra i tre stati approcci diversi su come affrontare la Brexit e una incognita: le elezioni nel 2017
Europa al capezzale della Brexit. La settimana che si apre si snoda tra numerosi appuntamenti nelle capitali europee tra i leader delle istituzioni e dei paesi Ue che, all'indomani del voto-shock su Brexit, si interrogano sul futuro dell'Europa. Questa sera riunione a Berlino, convocata dalla cancelliera Angela Merkel, con il presidente francese Francois Hollande, il premier italiano Matteo Renzi e il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Tusk ha gia' annunciato un giro di 'capitali europee' nei prossimi giorni a partire da oggi quando partecipera' alla riunione dei Paesi fondatori sempre a Berlino. Martedi e mercoledi a Bruxelles si terra' il Consiglio europeo di fine presidenza olandese, preceduto da una riunione 'informale' a 27. Mentre tra giovedi' 30 e venerdi' 1 luglio ci sara' il passaggio di consegne tra l'Olanda e la Slovacchia che subetrera' alla presidenza di turno di un Ue senza piu' Londra.
Tiene l'asse Parigi-Berlino
Il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno "constatato" nel corso di una conversazione telefonica il loro "accordo completo sul modo di trattare la situazione" creatasi con la vittoria dei 'leave' nel referendum britannico sulla Brexit. Lo riferiscono fonti dell'Eliseo sottolineando che i due leader proseguiranno la loro discussione a Berlino e "desiderano la piu' grande chiarezza al fine di non lasciare alcuna incertezza".
Hollande cerca di rilanciare il ruolo della Francia
Francia e Germania dovrebbero "assumere l'iniziativa" dopo la decisione degli elettori britannici di uscire dall'Unione europea. L'appello e' stato lanciato dal presidente francese, Francois Hollande in occasione di una cerimonia per l'inaugurazione di un memoriale a Dun-les-Places, dove i nazisti massacrarono 27 abitanti nel giugno del 1944. "Un Paese amico, un Paese alletato, con cui abbiamo tantissimi legami ha appena deciso di lasciare la nostra unione, l'Unione europea, che credevamo indistruttibile e indissolubile", ha detto l'inquilino dell'Eliseo. "Ora e' responsabilita' di Francia e Germania assumere l'iniziativa perche' abbiamo dimostrato che dall'infelicita', dall'orrore e dalla guerra, siamo in grado di forgiare una forte amicizia", ha aggiunto Hollande, riferendosi alla nascita dell'Europa unita nel periodo post bellico. "Se restiamo separati", ha avvertito il presidente francese, coriamo il rischio di essere disuniti, divisi e in conflitto". Ma "se stiamo insieme", ha concluso, "possiamo vincere non soltanto la pace, ma anche il rispetto dei cittadini di questa bella unione chiamata Europa".
Renzi cerca un ruolo di primo piano
Brexit e' una "partita finita. Hanno votato, rispetto la democrazia inglese. Ma ora bisogna occuparsi dell'Europa, non possiamo stare un altro anno a discutere del negoziato con la Gran Bretagna". Per Renzi bisogna "mettere al centro della scena i giovani che non hanno lavoro". In vista dell'incontro con Angela Merkel e Francois Hollande, il presidente del Consiglio ha poi sottolineato: "Il fatto che abbiano chamato l'Italia nel gruppo d testa, nella cabina di regia é un segnale importante del fatto che il Paese e' tornato stabile e affidabile".
Tra i tre leader troppe divisioni e l'incognita del voto
Nonostante a parole i tre capi di Stato siano sulla stessa linea, tra Berlino, Roma e Parigi le differenze sono molte. Hollande e Renzi sono concordi su due punti. Prima di tutto che il divorzio deve essere veloce, non puó durare anni e Parigi chiede che sia cosí duro da scoraggiare qualunque altro Stato ad uscire dall'Ue. Inoltre sia Parigi che Roma credono che il futuro dell'Europa sia a due velocitá: da una parte un nucleo di Stati che corre sulla strada dell'integrazione, all'esterno tutti gli altri che piú lentamente seguiranno il gruppo di fuga. Sia la Germania che la Francia peró hanno un appuntamento cruciale davanti: le elezioni politiche dell'anno prossimo. E nessuno vuole dare ai populisti ed euroscettici armi per guadagnare voti.