Affari Europei
Bruxelles, la base europea Isis a pochi metri dalle istituzioni Ue

Oltre 500 volontari jihadisti. Tutti racchiusi in 6 chilometri quadrati. Non siamo a Raqqa, ma a Bruxelles, centrale operativa dell'Isis a pochi metri dalle istituzioni dell'Ue. E in molti parlano dei rapporti tra polizia belga e leader islamici del quartiere di Molenbeek.
BELGIO BASE ISIS - Due dei terroristi protagonisti della strage di Parigi erano francesi e provenivano dal Belgio. E nello steso paese erano state noleggiate due delle auto servite utilizzate per seminare panico e morte nella capitale francese. Lo ha riferito la procura belga, che sta interrogando almeno sette persone sospettate di coinvolgimento negli attentati. I due, ha aggiunto la procura, "sono stati identificati tra i terroristi morti negli attacchi". Le due auto noleggiate in Belgio sono quelle trovate vicino al Bataclan e al famoso cimitero di Pere Lachaise. Sabato la polizia belga aveva effettuato diverse perquisizioni a Molenbeek, quartiere di Bruxelles in cui risiedono numerosi immigrati. Gli arresti, almeno 7, potrebbero avere "un legame -aveva detto il ministro della Giustizia, Koen Geens- con la Polo grigia noleggiata in Belgio". Quanto accaduto in questi giorni conferma ancora di più il ruolo primario del Belgio nel panorama terroristico europeo, se ce ne fosse stato ancora bisogno. Pare ormai assodato che le armi utilizzate nella strage di Charlie Hebdo e del supermercato kosher dello scorso gennaio provenissero proprio dal Belgio, senza contare i preoccupanti fatti di Verviers. Sempre più investigatori e sempre più piste portano a considerare proprio il piccolo Paese cuore pulsante delle istituzioni europee come la base operativa del jihadismo europeo.
L'ENCLAVE DI MOLENBEEK - L'enclave dell'Isis in Belgio ha una collocazione ben precisa. Si tratta del quartiere di Molenbeek, a Bruxelles. Non stiamo parlando di una banlieue o di una periferia ai margini della città. Molenbeek è un quartiere relativamente centrale, a non più di 20 minuti di camminata dalla Grand Place, la piazza principale della capitale belga. E' qui che si è creata una sorta di casbah, dominata e controllata da islamici. E' da Molenbeek che i killer di Parigi hanno affittato le auto e sono partiti per seminare il terrore. E sempre da Molenbeek che partono centinaia di foreign fighters. I servizi belgi e britannici parlano di oltre 500 volontari jihadisti in partenza da qui per i campi di addestramento del Califfato. Molenbeek è uno dei 19 comuni interni a Bruxelles e nonostante la collocazione semi centrale è anche uno dei più poveri. Entrando dentro Molenbeek sembra di entrare dentro un'altra dimensione. Sei chilometri quadrati costellati da 22 moschee. Viuzze strette, insegne in arabo e donne col velo. Scenari comuni in molte città europee ma non con una densità e totalità simile. Qui non c'è (quasi) nessun altro, in un quartiere con una popolazione estremamente giovane. Su 96 mila abitanti, Molenbeek ne conta almeno 30 mila con un'età inferiore ai 25 anni. SI tratta di belgi di seconda o terza generazione che si sentono esclusi dal proprio Paese e della propria città, come evidenzia anche il tasso di disoccupazione che nel quartiere tocca addirittura il 40%. Il 20% degli abitanti di Molenbeek vive al di sotto della soglia di povertà.
I RAPPORTI CON LA POLIZIA - Insomma, a Molenbeek prospera una miscela esplosiva che garantisce all'Isis l'humus perfetto per arruolare nuovi combattenti pronti a farsi saltare in aria per le strade delle città europee. Il proselitismo dei fanatici jihadisti è molto più facile qui che altrove. La presa sul territorio è fortissima, paragonabile solo a quanto accade in Italia nelle zone dove la presenza della criminalità organizzata è più massiccia. Qui le forze dell'ordine fanno veramente fatica a intervenire, anzi non ci entrano praticamente mai. Sono tantissime le fonti e le ipotesi secondo le quali tra polizia belga e leader islamici di Molenbeek ci sia stato negli anni una sorta di patto segreto: "Noi vi lasciamo tranquilli ma voi non fate attentati a Bruxelles". Un patto di non belligeranza che, sempre se esistesse davvero, avrebbe finora salvaguardato la capitale dell'Unione Europea e i palazzi delle istituzioni comunitarie. Ora la domanda è: questo patto esiste o esisterà ancora? Oppure la strategia jihadista salirà ancora di grado e prenderà di mira i luoghi cardine della democrazia europea?
