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Affari Europei
Catalogna al voto, sigilli ai seggi. Ecco i quattro scenari possibili
Manifestanti catalani

 

La tensione in Catalogna é ai massimi. Domani é previsto il voto per l'indipendenza di questa ricca regione del sud della Spagna. Ma ancora non è chiaro come andrà a finire, con Madrid che ha ordinato la chiusura di oltre 1300 seggi e il governo catalano che promette che si voterà comunque. E nessuno sa che cosa accadrà dopo il voto. Già, perché nelle scorse settimane il governo popolare di Mariano Rajoy ha fatto di tutto per impedire che si realizzasse questa consultazione popolare. La polizia ha arrestato 14 esponenti del governo regionale e ha fatto sequestrare le urne e le schede elettorali stampate per l'occasione. Ma ha anche ordinato ai Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, di impedire ai votanti di entrare nei seggi.

La polizia catalana avverte: possibili violenze

Madrid "desidera che vi siano tumulti e vuole alterare l'ordine democratico. Ogni giorno vediamo che stanno cercando di far questo, e che la polizia viene qui con questa intenzione" ha detto il ministro dell'Interno del governo autonomo catalano, Joaquim Forn, che sembra aver dalla propria parte i vertici dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana. Per i Mossos la chiusura dei seggi "potrebbe comportare conseguenze non desiderate" e alimentare "rischi" di disordini e "tensioni".

Ma cosa potrebbe accadere domani in Catalogna? Gli scenari sono almeno quattro.

Nessun voto. Una delle possibilità é che gli sforzi messi in campo da Madrid abbiano sortito l'effetto sperato e che domenica i seggi rimangano chiusi. Molti sindaci si sono detti contrari al referendum e non concederanno spazi pubblici per il voto. Mancano le schede e le urne. E le multe salate decise dai giudici per chi infrange la legge fungono da deterrente per molti.

Si vota, ma in pochi. Altra opzione, forse la più probabile, é che qualcuno riesca a votare, ma che il numero totale delle schede sia così basso da rendere la consultazione piú simile ad un grande sondaggio, piuttosto che ad un vero e proprio referendum. Ma che cosa accadrebbe allora?

Ricerca di dialogo con Madrid. Lo scenario più probabile é che Carles Puigdemont apra un dialogo post-voto con Madrid per negoziare nuove concessioni, soprattutto sulla gestione dei fondi pubblici. A quel punto il governo centrale potrebbe concedere qualcosa a Barcellona, ma il timore di Rajoy é che una apertura troppo ampia possa essere controproducente e portare il governo catalano a nuove richieste o consultazioni popolari.

Proclamazione unilaterale dell'indipendenza. Lo scenario piú drammatico per la Spagna e l'Europa é una proclamazione unilaterale di indipendenza da parte della Catalogna che é tanto piú probabile quanto più alta sarà l'affluenza. Dopo un atto del genere, illegale e incostituzionale, Madrid non potrebbe fare altro che 'commissariare' la regione sollevando Carles Puigdemont dal governo e arrestare i capi politici della secessione. Seguirebbero nuove elezioni. A livello internazionale nessuno si sogna di appoggiare Barcellona, ma il problema piú grande é all'interno del Paese. Un atto del genere provocherebbe delle divisioni cosí profonde nel tessuto sociale spagnolo da creare instabilità e l'insorgere, nessuno lo spera, di atti di violenza o addirittura terrorismo.

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