Affari Europei
'Equipariamo la maternità surrogata alla tratta di esseri umani'
"Ho presentato, con Matteo Salvini, una proposta di risoluzione e una petizione popolare al Parlamento europeo per equiparare giuridicamente la maternità surrogata alla tratta di esseri umani e di organi". L'intervento di Lorenzo Fontana, vicesegretario ed eurodeputato della Lega Nord
Il bambino e la donna mercificati e sviliti. Questa è la pratica dell'utero in affitto, definita in modo più edulcorato “maternità surrogata” nel dibattito pubblico. La donna come mezzo e il bambino come capriccio. Questa è la filosofia di chi compie un atto che è a tutti gli effetti criminoso.
Un atto criminoso che in Italia è vietato, tuttavia discusso (e quindi legittimato) negli ambienti politici di sinistra, radical e liberali, che si dividono tra favorevoli e, nel migliore dei casi, contrari ma con dei distinguo (e quindi in parte favorevoli).
Distinguo racchiusi nella frase “se la donna lo fa volontariamente allora va bene”. Un (s)ragionamento per cui i diritti del bambino non esistono, bambino nella fattispecie considerato un mero prodotto, un oggetto di compravendita al pari di un'automobile, o di un elettrodomestico. Un (s)ragionamento che sotterra e mortifica la prima legge di natura: il contatto madre e figlio, che nasce e si rafforza già durante i nove mesi di gravidanza. Il bambino infatti quando nasce riconosce solo la madre, sente e ha bisogno del suo corpo e del suo odore, e la presenza materna è importante per il suo sviluppo psichico, emotivo e sociale. Perché allora recidere violentemente e prematuramente questo contatto, strappando il nascituro alla madre biologica per consegnarlo a uno sconosciuto?
Gli s(ragionatori) del famoso distinguo “purché la donna decida volontariamente”, peraltro non si rendono conto del loro paradosso: nell'intenzione di “difendere” la donna, nella realtà dei fatti la mortificano. Perché anche chi dà in affitto il suo utero su base volontaria subirà poi le conseguenze del suo gesto, con annessi rischi per la salute fisica (a cui concorre la stimolazione ormonale tramite iniezioni) e psichica. Jennifer Lahl, attivistà americana nella battaglia contro la maternità surrogata, al Family Day del Circo Massimo ha raccontato: “Ho intervistato molte surrogate che hanno sofferto di depressione post partum, un disturbo molto comune che molte madri superano prendendosi cura del proprio bambino. Nel caso delle surrogate però non c'è più nessun bambino. Non si tiene conto dei problemi di tipo emotivo, psichico e mentale che una scelta del genere può comportare”.
Per questi motivi ho chiesto alle istituzioni europee, con un'interrogazione parlamentare, di denunciare l'incontestabile realtà della maternità surrogata e di condannare il traffico illecito di minori ai fini dell'adozione che ne consegue. E ho presentato, con Matteo Salvini, una proposta di risoluzione e una petizione popolare al Parlamento europeo per equiparare giuridicamente questa compravendita di bambini alla tratta di esseri umani e di organi.