Affari Europei
Europee, per il Pd l'obiettivo sono gli Stati Uniti d'Europa

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Le elezioni europee di maggio si avvicinano a passi da gigante e mentre Lega e 5Stelle sono in perenne campagna elettorale, il Partito democratico é alle prese con il dibattito congressuale. Il 3 marzo si terranno le primaria per la scelta del segretario (oggi sono sette i candidati), poi ci sarà la formazione della segretaria e quindi la formazione delle liste elettorali per le Europee.
Ma come arriva il Pd alla consultazione elettorale? “Il partito oggi si sta confrontando sul suo futuro ma ha bene in vista l'appuntamento di maggio. Sarà un voto storico e fondamentale per il futuro dell'Unione europea. Soprattutto per l'Italia che vede due partiti sovranisti e populisti al governo”, spiega ad Affaritaliani.it Giosi Ferrandino, eurodeputato del Pd.
Zingaretti ha lanciato la proposta di presentarsi senza simbolo alle elezioni, concorda?
“In verità questa é una idea condivisa trasversalmente nel Pd. Dobbiamo aprirci all'esterno, alla società civile, e quindi é giusto che nel simbolo non ci sia la sigla del Partito democratico”.
Chi sarebbe il segretario giusto per lei?
“Io personalmente ho aderito alla mozione Martina. Credo che in questo momento sia la persona giusta per rilanciare il partito e rappresentare tutto lo schieramento di Centrosinistra. Ricordiamoci che il Pd é l'unico partito che si confronta apertamente sulla sua leadership in un processo che non può fare che bene alla crescita del partito”.
Macron ha vinto in Francia rivendicando con orgoglio il suo europeismo. Il Pd dovrebbe fare altrettanto?
“In parte sì. Noi siamo convinti europeisti anche se chiediamo che questa Europa cambi perché così non può andare avanti. Ma l'Europa é nel futuro dell'Italia: noi vogliamo gli Stati Uniti d'Europa. E anche i partiti euroscettici che hanno avanzato l'ipotesi di uscita dall'Europa e dall'euro, quando poi sono al governo raffreddano i toni. Come abbiamo visto molto bene”.
In quale modo va cambiata l'Europa?
“Serve maggiore flessibilità e attenzione alla crescita. Bruxelles deve aiutare gli Stati che sono più indietro, non sanzionarli. Servono politiche che vadano ad aiutare le fasce deboli della popolazione, quelle colpite dalla crisi. Su queste posizioni il Partito socialista europeo deve essere chiaro”.
A 'governare' nella prossima legislatura sarà sempre l'asse socialista-popolare?
“Io credo che le forze euroscettiche e sovraniste avanzeranno rispetto ad oggi, ma non avranno quell'exploit che qualcuno pronostica. La maggioranza degli eurodeputati sarà euroconvinta. Il patto tra PSE e PPE credo che reggerà, ma siamo disposti anche ad aprire ad altre forze moderate”.
Alle scorse europee il Pd ha ottenuto oltre il 40% trainato dal successo di Matteo Renzi. L'ex segretario é ancora una risorsa per il partito?
“Assolutamente sì. Nessuno può negare le sue grandi capacità comunicative e la sua lungimiranza. Spesso non é stato compreso dagli elettori e dai componenti del suo stesso partito, proprio perché aveva idee fin troppo progressiste. Spero che voglia ritagliarsi un ruolo al di sopra delle parti, più europeo, perché credo che abbia ancora molto da dare all'Italia”.