Facebook, svolta Ue: gli Stati possono bloccare i dati verso gli Usa - Affaritaliani.it

Affari Europei

Facebook, svolta Ue: gli Stati possono bloccare i dati verso gli Usa

La protezione dei dati personali degli utenti europei di Facebook non è adeguatamente garantita negli Stati Uniti. Lo ha stabilito l'avvocato generale della Corte europea di giustizia in un parere pubblicato nella giornata di mercoledì 23 settembre. Secondo l'avvocato Bot, in particolare, "la decisione della Commissione secondo cui la protezione dei dati personali in Usa è adeguata non impedisce alle autorità nazionali di sospendere il trasferimento dei dati degli iscritti europei a Facebook verso i server Usa". Si tratta di un parere molto forte e importante, che di fatto dà via libera ai singoli Stati di bloccare l'invio dati scavalcando di fatto le indicazioni della Commissione Europea.

L'avvocato generale reputa inoltre che "l'accesso dei servizi di intelligence americani ai dati trasferiti costituisca un'ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata e nel diritto alla protezione dei dati a carattere personale". Quindi, "a fronte di una tale constatazione di violazione dei diritti fondamentali dei cittadini dell'Unione, ad avviso dell'avvocato generale la Commissione avrebbe dovuto sospendere l'applicazione della decisione, e ciò nonostante essa conduca attualmente negoziati con gli Stati Uniti allo scopo di porre fine alle carenze accertate".

Pronta la replica della società. "Facebook opera nel rispetto della legge Ue sulla protezione dei dati. Come migliaia di altre aziende che gestiscono trasferimenti dati attraverso l'Atlantico attendiamo il testo della sentenza", dice un portavoce della società. "Abbiamo più volte detto - aggiunge - che non forniamo accesso 'backdoor' a server e dati Facebook a governi o agenzie intelligence. Come ha detto Zuckerberg a giugno 2013 non abbiamo mai sentito parlare di Prism prima che ne parlasse la stampa e non abbiamo mai preso parte ad attività di questo tipo".