Affari Europei
Finlandia, un euroscettico agli Esteri. Con Soini vita dura per Atene
Un euroscettico al ministero per gli Affari esteri ed europei. Succede in Finlandia, dove il neo primo ministro Juha Sipilä ha nominato Timo Soini alla guida del dicastero. Soini, 52 anni, è il leader del partito Veri Finlandesi, reduce da un grande successo alle ultime elezioni. Nel passato aveva spesso inveito contro Bruxelles ma negli ultimi mesi aveva smorzato i toni polemici, forse proprio in vista di un suo incarico di governo.
Certo fa sensazione la scelta dell'esecutivo di Helsinki che mette in un posto chiave proprio un euroscettico. Un segnale forte da parte di un governo di coalizione che ha promesso di far ripartire l'economia finlandese, reduce da una profonda recessione che ha soffocato il paese e portato a forti tagli alla spesa pubblica. L'ascesa politica di Soini è emblematica dell'ampia ondata anti-Ue che si sta imponendo in tutto il continente.
La presenza di Soini nel governo finlandese potrebbe complicare i colloqui tra la Grecia e i suoi creditori. Il politico nazionalista, infatti, è sempre stato uno strenuo oppositore dei piani di salvataggio di Atene. "La Finlandia rispetta regole comuni e si aspetta che gli altri Stati membri facciano lo stesso", ha detto Soini subito dopo la nomina. Soini ha comunque smussato qualche angolo e ha affermato che non c'è bisogno di rivedere i trattati che costituiscono la base giuridica dell'Ue. "Non è una priorità", ha detto Soini.
Nel frattempo la Finlandia si prepara a nuovi tagli alla spesa e a un aggiustamento fiscale pari a 4 miliardi di euro (vale a dire circa il 2% del pil finlandese). I piani che il nuovo esecutivo dovrà mettere in atto saranno finalizzati a ridurre la crescita del debito pubblico e del deficit, che negli ultimi anni si sono costantemente alzati. Infrangere il tetto del 60% del debito è stato un motivo di profondo imbarazzo per Helsinki, che si è sempre proposta (insieme alla Germania) come il baluardo della disciplina di bilancio.
La recessione causata dagli alti costi del lavoro, da un rapido invecchiamento della popolazione e dalle sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia, uno dei maggiori partner commerciali della Russia, ha esasperato i finlandesi. Ora per ripartire ci si affida, in uno dei ruoli chiave del governo, a un euroscettico. Bisognerà capire che cosa cambierà nei rapporti tra Helsinki e Bruxelles.