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Affari Europei
Germania, assedio alle auto dopo il Dieselgate. Ma Merkel è finanziata dai big

Dopo il Dieselgate clima ostile al settore auto in Germania

Il clima verso i big del settore automobilistico a Berlino è sempre più teso. "La Germania è aperta in linea di principio ad accogliere eventuali class action contro le case auto responsabili di infrazioni nell'ambito delle emissioni diesel". Lo ha detto il Ministero dei Trasporti tedesco. L'industria automotive tedesca spera di poter ridurre le emissioni di ossidi di azoto inquinanti con aggiornamenti dei software relativamente poco costosi. Ma un tribunale tedesco ha sostenuto venerdì scorso la proposta legale del gruppo ambientalista Duh che chiedeva di bandiere le auto a gasolio da Stoccarda, città in cui sono presenti i produttori di automobili Porsche, Mercedes-Benz, Bosch e Mahle.

Il governo apre alle class action

La sentenza del tribunale ha affermato che l'installazione di nuovi software nei veicoli tedeschi non sarebbero sufficienti a garantire che Stoccarda soddisfi al più presto le norme sulle emissioni. "Utilizzeremo tutte le possibili possibilità legali", ha insistito il presidente Duh, Juergen Resch. Il Ministero dell'Ambiente ha già chiarito che i miglioramenti del software possono essere solo un primo passo, in quanto riducono in media le emissioni di ossidi di azoto di circa il 25%. Un portavoce del ministero dei Trasporti ha aggiunto che il governo avvierà discussioni da una posizione unica tra i vari dicasteri e le varie autorità. "In linea di principio siamo aperti a strumenti come le class action", ha detto il portavoce durante una normale conferenza stampa.

Angela Merkel? Finanziata dai giganti delle auto

I politici di Berlino incontreranno i costruttori di auto tedeschi il 2 agosto, cercando una mediazione tra le posizioni ambientaliste e quelle dei produttori, mentre si avvicinano le elezioni federali. "La riunione si terrà affinché i politici esprimano le proprie aspettative verso l'industria automobilistica e su quale manipolazione c'è stata e come l'industria risarcirà i danni", ha detto la portavoce del governo Ulrike Demmer, precisando che la cancelliera tedesca Angela Merkel, si sta prendendo personalmente in carico la vicenda nonostante sia in vacanza. Una Merkel che in realtà ha assunto una posizione molto distaccata, almeno a parole, dalla vicenda, senza prendere ufficialmente le parti né dell'industria né degli ambientalisti. Ma sottotraccia il suo supporto ai giganti delle auto pare scontato. La Cdu vede infatti tra i suoi principali contributori economici proprio i colossi del settore automobilistico. Il partito della Merkel è quello che ha ricevuto più soldi dal settore nella prima metà del 2017, quasi 2 milioni di euro di fondi con donazioni private con Bmw e Daimler in testa. E in un anno di elezioni Merkel non può certo rinunciare a quel denaro...

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