Il Centrodestra riparte da Strasburgo. Nasce 'Siamo italiani' - Affaritaliani.it

Affari Europei

Il Centrodestra riparte da Strasburgo. Nasce 'Siamo italiani'

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Tre eurodeputati di Forza Italia hanno lanciano 'Siamo italiani', un'associazione che vuole portare il suo contributo nel dibattito sul futuro del Centrodestra. L'intervista a Lara Comi, presidente del movimento, eurodeputata di FI e vicepresidente del Ppe.

Onorevole Comi, a luglio lei insieme agli eurodeputati Salvatore Cicu e Aldo Patriciello avete lanciato 'Siamo italiani', di che cosa si tratta?
“Siamo italiani é una associazione che fa ciò che Forza Italia non riesce a fare: dialogare con le persone, ascoltarle e dare risposte. Non é vero che tra la gente c'é un sentimento di antipolitica, i cittadini vogliono partecipare e vogliono essere ascoltati. Siamo soddisfatti perché in pochi mesi il movimento ha già una dinamica nazionale e i nostri eventi sono molto partecipati, più di quelli di partito. E senza la copertura mediatica che hanno altre personalità, come ad esempio Parisi”.

Ecco, appunto, Parisi. Siamo italiani si propone come alternativa al progetto dell'ex candidato sindaco di Milano?
“Io credo che ogni contributo al dibattito politico sia importante. Naturalmente poi bisognerà vedere quale sarà il consenso popolare riscosso dalle varie proposte e sedersi ad un tavolo”.

Per ora siete una associazione, farete un partito?
“In Italia di partiti ce ne sono fin troppi. Io voglio un partito unico di centrodestra all'interno del quale confluiscano diverse idee”.

Il Centrodestra é in crisi di identità?
“Nello scenario politico italiano da una parte abbiamo Renzi, dall'altra Grillo. Nel Centrodestra c'é una grande confusione, serve una riunificazione, per il bene del Paese. Anche in Europa e negli Usa c'é molta attenzione a quello che sta accadendo nel Centrodestra”.

I parlamentari europei non hanno grande visibilità in patria. Molti pensano che siate stati spediti a Bruxelles in un esilio dorato. Lei, insieme a Cicu e Patriciello, non rischiate uno scollamento dal territorio e dal partito nazionale?
“E' vero l'esatto contrario. Gli eurodeputati sono gli unici ad essere eletti con le preferenze e questo significa che l'elettore nel segreto dell'urna deve scrivere il nostro nome. Noi siamo sul territorio molto di più di tanti altri politici nazionali, siamo vicini ai sindaci e ai consiglieri regionali”.

Siamo italiani si colloca nell'alveo del Ppe?
“Assolutamente sì, ma siamo aperti a dialogare con tutti”.

Come valuta la posizione del Ppe rispetto alle sfide che l'Europa deve affrontare: crisi economica, migranti, terrorismo....
“Credo che il vero problema dell'Unione Europa siano gli egoismi nazionali. Al Parlamento europeo si discute molto e si trovano spesso posizioni comuni per affrontare queste sfide. Soluzioni che poi vengono bocciate in sede di Consiglio europeo, dove siedono i premier e i capi di Stato. Dovremmo eliminare il Consiglio e lasciare a noi parlamentari, eletti dal popolo europeo, il diritto di decidere”.

Martedì sera Juncker ha inviato una lettera a Roma in cui ha criticato alcuni punti della Legge di Stabilità. É giusta la battaglia di Renzi sulla flessibilità?
“Juncker ha ribadito che la flessibilità é stata data all'Italia che però non é stata in grado di usarla per far crescere l'economia. Credo che a Bruxelles si aspettino più coraggio nelle riforme”.

Al referendum del 4 dicembre come voterà?
“Prima di tutto devo dire che le riforme sono estremamente necessarie al Paese, ma serve maggiore condivisione nella stesura. A Roma dovrebbero adottare il metodo europeo: non conta la provenienza di un testo ma la sostanza. Del referendum non mi piace che il Senato non sia effettivamente abolito, che i sindaci e i consiglieri debbano fare due lavori e che non ci sia certezza della riduzione delle spese per i politici. Ma quello che mi preoccupa di più é la cancellazione di molte autonomie per le Regioni”.

A proposito di Regioni, cosa pensa del veto della Vallonia al Ceta?
“Trovo che sia incredibile che una piccola regione blocchi l'accordo commerciale tra Europa e Canada. Siamo di fronte ancora una volta dagli egoismi nazionali”.

Egoismi che sul tema dei migranti pesano moltissimo. Ha fatto bene il governo a proporre un taglio dei trasferimenti verso i Paesi dell'est che non accolgono i rifugiati?
“Sono stata io la prima a proporre in Plenaria questa soluzione. Ma trovo sbagliato mettere tutta questa enfasi sulla redistribuzione dei richiedenti asilo. Il vero problema per l'Italia, oggi, sono gli immigrati clandestini che vengono in Europa non perché fuggono dalla guerra, ma per cercare lavoro. Il governo e l'Europa dovrebbero impegnarsi di più sul tema dei rimpatri”.