Immigrati, la Turchia avverte: pronti a partire 7 milioni di profughi - Affaritaliani.it

Affari Europei

Immigrati, la Turchia avverte: pronti a partire 7 milioni di profughi

La Turchia teme che il numero dei profughi siriani diretti verso l'Europa possa arrivare a "sette milioni" e per questo chiede all'Ue di favorire la creazione di una "zona sicura" nel nord della Siria, per accogliere gli sfollati e fermare l'esodo. E' il contenuto di una lettera che il premier di Ankara, Ahmet Davutoglu, ha fatto recapitare alla riunione dei leader dei Ventotto svoltasi mercoledi' a Bruxelles, attraverso il collega bulgaro, Boiko Borissov.

L'idea e' quella di un'area protetta in cui confluiscano gli aiuti internazionali, in modo che i siriani possano essere assistiti senza bisogno di allontanarsi dalla loro terra. Alla zona sicura potrebbero anche fare ritorno su base volontaria i profughi fuggiti nei Paesi vicini e in Europa.

Davutogli ha avvertito che, "senza un'area protetta, piu' di sette milioni di siriani potrebbero partire verso l'Europa e questo approfondira' la crisi umanitaria e provochera' conseguenze politiche ancora piu' tangibili". Il premier turco ha lamentato "una totale mancanza di solidarieta' dalla comunita' internazionale" e ha avvertito che il suo Paese e' al limite della capacita' d'accoglienza.

Intanto il presidente della Commissione Ue, Donald Tusk, e quelo della Commissione, Jean-Claude Juncler, hanno annunciato che incontreranno il 5 ottobre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per trovare un'intesa per limitare il numero di migranti che dalla Turchia passano in Grecia,e quindi investono le frontiere europee. Ankara e' il Paese che ospita il maggior numero di profughi siriani (2 milioni circa).

E anche Federica Mogherini ha ricordato che per risolvere la crisi in Siria serve l'intervento di tutti gli Stati della regione. "In Siria - spiega la Mogherini in una intervista - si soprappongono due guerre, quella contro l'Isis e una guerra civile che non puo' essere risolta con un intervento militare".

"Europa, Stati Uniti, Russia, Turchia, Iran, Arabia Saudita, anche se hanno agende e priorita' diverse e spesso divergenti, avrebbero tutti in realta' un interesse comune, sconfiggere il Daesh", gli estremisti dell'Isis. "Questi attori regionali e internazionali", sottolinea Mogherini, intervistata da Repubblica, "uniti attorno a un'agenda comune avrebbero l'influenza e il potere necessari per far parlare anche le parti in conflitto". E' "necessario e non sarebbe una novita'" che al tavolo siedano anche esponenti del regime del presidente siriano, Bashar al-Assad, osserva ancora Mogherini. "Il punto -sottolinea- e' che tutti accettino di discutere una transizione concordata che permetta alla Siria di uscire dal vicolo cieco di una doppia guerra".