Affari Europei
Immigrazione, Merkel apre alla Turchia: riprendere i negoziati di adesione all'Ue

La Germania e' pronta a riavviare i negoziati per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea: questo il messaggio che la cancelliera tedesca Angela Merkel ha lanciato nella conferenza stampa, tenuta al termine della sua visita ufficiale a Istanbul, dopo un incontro con il premier Ahmet Davutoglu. Il cancelliere si e' recata nella metropoli sul Bosforo per discutere di un piano congiunto Turchia-UE, per prevenire una nuova crisi legata al flusso di siriani e iracheni in fuga dall'Isis e dal regime di Bashar el Assad.
Angela Merkel ha dichiarato di essere a favore della riapertura dei capitoli negoziali legati alle politiche economiche e monetarie, ambiti che hanno creato l'impasse nel processo di integrazione della Turchia nell'Unione. "Vogliamo riaprire il capitolo 17 -politiche monetarie ed economiche- per riavviare la candidatura della Turchia" ha dichiarato.
La Merkel si e' mostrata piu' cauta invece rispetto ai capitoli 23 e 24, riguardanti diritti e liberta' civili, cosi' come il funzionamento del sistema giudiziario, dicendo che materie cosi' delicate andranno discusse "step by step". Ankara ha iniziato la procedura di integrazione europea nel 1987, mentre l'inizio delle negoziazioni e' datato al 2005. Da allora la Turchia ha soddisfatto 14 dei 35 capitoli per l'ingresso nell'Ue.
"La Turchia e' pronta a cooperare in tutti i modi con l'Ue". Con queste parole il premier turco Ahmet Davutoglu, al termine di un colloquio avuto con il cancelliere tedesco Angela Merkel, ha confermato il raggiungimento di un'intesa con l'Ue per un piano congiunto per prevenire una nuova drammatica ondata di profughi siriani verso l'Europa.
Davutoglu ha tuttavia sottolineato la necessita' di trovare una soluzione che pacifichi in Siria, perche' solo cosi' si porra' termine al rischio di flussi di profughi in maniera definitiva. La Merkel ha definito la situazione siriana "una crisi fuori controllo", augurandosi che la collaborazione con la Turchia divenga man mano piu' ampia, un modo sicuro per fronteggiare i flussi di rifugiati. Davutoglu, dal canto suo, ha insistito sul piano di creazione di una safe zone, bonificata dalle milizie dello Stato islamico, che funga da rifugio per i siriani in fuga dal califfato e dal regime di Assad, "che permetta a tanta gente di essere al sicuro, dissuadendola dal tentare il viaggio verso l'Europa".
