Affari Europei
In Austria referendum sull'Europa, a Bruxelles paura per nuove 'exit'
Hofer promette un referendum sulla permanenza dell'Austria nell'Unione. E ora si temono nuovi addii, da Parigi a Roma
Norbert Hofer, il candidato alla presidenza dell'Austria, ha promesso di indire un referendum sulla permanenza del Paese nell'Unione europea se dopo la Brexit ci sarà un accentramento dei poteri a Bruxelles. Il candidato del Partito della Libertà, formazione di destra che ha puntato gran parte della sua campagna elettorale contro Europa e migranti, ventila così l'ipotesi che Vienna possa dire addio all'Unione.
Un referendum sull'Ue in caso di vittoria di Hofer
Di fatto, anche in caso di elezione, Hofer non avrebbe i poteri di indire un referendum, ma potrebbe riuscire ad ottenerlo se, con la Brexit, ci fosse una ridefinizione delle competenze tra Stati ed Unione europea. Per alcuni si tratta solo di una trovata elettorale in vista del ballottaggio del 4 dicembre con il Verde Van Der Bellen. Per altri la deriva euroscettica di Vienna é inevitabile.
Vienna dice addio all'Ue, chi saranno i prossimi?
Al di lá dell'abbandono effettivo della Gran Bretagna dall'Unione, che probabilmente avverrá tra diversi anni, la conseguenza piú evidente e immediata della Brexit é stato il cambio di percezione dell'Ue nelle menti degli europei. Non piú una istituzione sovranazionale da cui é impossibile divorziare, ma piuttosto una entitá da cui si puó entrare e uscire a piacimento.
Francia e Germania in bilico
Se la Gran Bretagna se ne é andata e l'Austria la segue, chi sarà il prossimo Stato a fare le valigie? Tutti guardano ora alla Francia e alla Germania (ma anche all'Italia). Già, perché l'effetto domino é inevitabile. Marine Le Pen é data tra le favorite alle presidenziali dell'anno prossimo e il suo sentimento euroscettico é ben noto. Fino ad oggi si é spinta a chiedere l'uscita di Parigi dall'euro, ma in campagna elettorale potrebbe andare oltre e chiedere che venga indetto un referendum sull'Unione stessa.
Alternativa per la Germania spaventa Berlino
E se la Francia é lo Stato che spaventa di piú Bruxelles certo la Germania non lascia dormire sonni tranquilli ai pro-Europa. Merkel si é ricandidata e le sue chance di vittoria sono discrete. Schulz é tornato da Bruxelles per resuscitare la morente Spd che alle elezioni, con lui come candidato, potrebbe sollevarsi dallo stato catatonico in cui versa. Una nuova Grande coalizione si profila all'orizzonte, ma Alternativa per la Germania potrebbe insidiare il monopolio di Cdu-Csu-Spd. Di destra, euroscettica e xenofoba, Afd potrebbe giocarsi la carta del referendum per cavalcare l'onda del malcontento popolare e puntare alla cancelleria federale.
Italia incognita, determinante il voto sul referendum
Se il 4 dicembre si vota in Austria per eleggere il nuovo presidente, lo stesso giorno gli italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio giudizio sulla riforma costituzionale voluta da Renzi. Al di lá delle questioni di merito in molti vedono questo come un voto sul premier. Ecco dunque che appare estremamente probabile che in caso di vittoria del no si torni a votare. All'inizio il premier lo aveva detto chiaramente: se perdo il referendum lascio la politica. Poi ci aveva ripensato: comunque resto. Ma negli ultimi giorni ha fatto sapere che se dovesse prevalere lo schieramento del no non avrebbe accettato di vivacchiare e che la decisione sarebbe spettata al Presidente della repubblica.
Con nuove elezioni probabile anche un referendum
Ergo, nuove elezioni. E l'esito non é affatto scontato. Perché da questo referendum il Partito democratico rischia di uscire piú diviso che mai, non nelle condizioni di affrontare una campagna elettorale per le Politiche. Il Centrodestra é ancora terremotato e attualmente solo Matteo Salvini sembra essere l'unico in grado di guidare lo schieramento. Ma il suo é un nome che divide, piú che unire. E se é vero che con la sua segreteria fortemente euroscettica il partito ha raddoppiato i voti, é ancora ben lontano dai numeri di governo. Alle porte c'é il Movimento 5 Stelle, che sembra avere la forza di potersi proporre come forza di governo. E sull'Europa l'agenda grillina é abbastanza chiara. Sicuramente verrebbe indetto un referendum sulla moneta unica, uno dei cavalli di battaglia di Grillo da anni. Ma nessuno puó prevedere che si vada oltre e che venga data agli elettori la possibilità di dire addio a Bruxelles.