Affari Europei
La Brexit fa tremare l'Irlanda: crollo dell'export, Pil in picchiata

Se l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea é vista da molti inglesi come una opportunità di crescita per l'economia, i fratelli irlandesi la vedono diversamente. In caso di Brexit la Tigre Celtica dovrà dire addio ai ritmi di crescita attuali e prepararsi a tempi difficili, visto che Londra é il primo partner commerciale di Dublino e ad esso sono legate le sorti dell'isola.
A votare per la Brexit saranno anche i nord irlandesi dell'Ulster, che però sono appena il 3 per cento della popolazione britannica. Troppo pochi per fare la differenza, così come i 400mila cittadini irlandesi che vivono in Inghilterra e che potranno votare al referendum.
In caso di Brexit gli analisti prevedono un calo del 20% del giro di affari bilaterale dovuto alla reintroduzione di dazi e controlli alle frontiere. Se infatti Londra deciderà di abbandonare l'Unione, uscirà anche dal mercato unico e Dublino sarà dunque obbligata a trattare la Gran Bretagna come un qualunque stato estero.
Ma c'é di più. I bene informati dicono che in caso di Brexit il Consiglio europeo, espressione dei governi dei Ventotto, e la Commissione, l'esecutivo tecnico (anche se sempre più politico) dell'Ue, potrebbero accanirsi sulla Gran Bretagna. Insomma, fargli pagare la sua scelta isolazionista fino in fondo, non concedendo sconti.
Ma l'economia irlandese risentirebbe di una Brexit anche di riflesso. Quasi tutti gli analisti sono concordi nel dire che l'economia britannica calerà in caso di uscita dall'euro. La City potrebbe perdere molti investitori, gli agricoltori non avrebbero più gli aiuti della Pac, mentre gli industriali avrebbero maggiori difficoltà ad esportare i loro prodotti. Questo depotenzierebbe anche l'economia irlandese collegata strettamente a quella britannica.
C'é poi la questione sociale. Londra ha dichiarato esplicitamente che vuole ridurre le prestazioni del suo generoso welfare verso i non inglesi. Questo significa che i lavoratori irlandesi nel Paese potrebbero risentirne e, in caso di perdita di lavoro, sarebbero spinti a ritornare in Irlanda. Un aggravio per le casse dello Stato e un problema sociale.