Affari Europei
Russia, guerra a Google, Twitter e Facebook: "Pronti a bloccarvi"

Non c'è solo l'Ucraina. La Russia ora dichiara guerra anche ai colossi di internet. L'antipatia (forse reciproca) tra Vladimir Putin e i big del web è di vecchia data ma ora lo scontro ha raggiunto il suo culmine. Mosca ha infatti minacciato multe e divieti a Google, Facebook e Twitter se non dovessero bloccare le pagine internet che includono contenuti estremisti e se non dovessero condividere le informazioni sul traffico online.
In una lettera ai dirigenti dei tre social network, Aleksandr Zharov, direttore di Roskomnadzor, ha accusato Google, Facebook e Twitter di azioni illecite per non aver esaudito le richieste del governo e ha minacciato contromisure da parte di Mosca. L'iniziativa, portata avanti dall'ente russo preposto al controllo sui mass media, Roskomnadzor, è apparsa come una forma di censura e gli oppositori si sono affidati ai social network e ai blog per diffondere le loro opinioni e organizzare manifestazioni e proteste.
"Nelle nostre lettere ricordiamo semplicemente alle aziende le conseguenze della violazione della normativa russa sui contenuti web", ha detto il portavoce Vadim Ampelonsky. Secondo Ampelonsky, a causa della tecnologia di crittografia utilizzata dalle tre aziende, la Russia non ha modo di bloccare i siti web specifici e così si troverebbe costretta a bloccare l'accesso all'intero servizio. Per rispettare la legge, le tre imprese devono consegnare i dati sul blogger russi con più di 3.000 lettori al giorno e oscurare i siti web considerati potenziali sobillatori di "proteste non autorizzate e di disordini". La morsa di Putin sul dissenso online si fa sempre più stretta.