Affari Europei
Migranti, Austria e Belgio: fare di più. Ecco chi si è tirato fuori dal patto Ue
Per il Cancelliere austriaco, Werner Faymann, è incomprensibile che alcuni paesi non partecipino alla ripartizione dei migranti. Per il premier belga, Charles Michel, l’accordo di giovedì notte manca di coraggio. “Alcuni Paesi si mostrano solidali solo quando gli fa comodo”, ha detto il primo ministro. “C’è stata una manifesta mancanza di senso di responsabilità che ha dominato il tavolo”.
La decisione di redistribuire 40 mila migranti all’interno dell’Unione, prelevandoli da Grecia e Italia, non è stata appoggiata da tutti, anzi, sono molti gli Stati che se ne sono tirati fuori. Chi ha potuto lo ha fatto: Irlanda, Gran Bretagna e Danimarca, che godono di uno status speciale in tema di immigrazione, non accoglieranno neppure un richiedente asilo.
Ma anche Ungheria e Bulgaria non faranno la loro parte. Hanno ottenuto una speciale deroga poiché accolgono già molti migranti provenienti da Turchia e Serbia. Nel documento finale poi, non si fa riferimento a quote obbligatorie, ma ogni Stato dovrà dire quante persone è disposto ad accogliere e poi si cercherà una mediazione diplomatica. Il risultato? A fare il grosso del lavoro saranno paesi come Germania, Svezia e Francia, che già accolgono migliaia di migranti, regolari e non.
Da Roma si dicono soddisfatti del "risultato raggiunto" e considerano "un fatto positivo" anche il fatto che ci sia stato un "confronto franco e diretto" fra i paesi sull'argomento, più che "uno scontro". Il governo ritiene che "siamo entrati in una fase nuova, nessuno ha più la tentazione di voltarsi dall'altra parte" davanti all'emergenza immigrazione e anzi "tutti si rendono conto che il Mediterraneo è al centro" della questione.