Affari Europei
Migranti, 1,8 miliardi di spese per la Grecia. Rischio doppio default
Dalla Commissione Ue sono arrivati solo 73 milioni di aiuti

Dal 20 marzo, giorno in cui è entrato in vigore l'accordo Ue-Turchia per la gestione dei migranti e il ritorno degli irregolari in territorio turco, il numero delle persone in arrivo in Grecia è diminuito. Un risultato "incoraggiante", secondo la Commissione europea. L'esecutivo comunitario ha ricordato che prima del 20 marzo arrivavano "in media" 2.000 migranti al giorno. A partire dall'entrata in vigore dell'accordo, secondo i dati in possesso della Commissione, sono arrivati 1.667 migranti il 20 marzo e, nei giorni successivi, 600 persone, 260, 0, 161, 78, 73, 232, e 192 persone. Parellalamente sono iniziati i rimpatri degli irregolari giunti in Grecia. Il 24 marzo sono state ridate indietro 76 persone e il giorno seguente 71 persone.
Ma la situazione in Grecia è comunque drammatica. Sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico. Nel Paese infatti restano ancora bloccati 50 mila migranti, fermi a Idomeni dopo il blocco della rott balcanica. La loro permanenza comporta costi altissimi per le già prosciugate casse di Atene. Si parla di 1,8 miliardi di spesa alla voce "migranti" per il governo greco.
Gli aiuti promessi latitano. Sia quelli economici sia quelli redistributivi. Secondo Oxfam International solo tre Paesi, rispettivamente Canada, Germania e Norvegia, hanno rispettato la loro quota di profughi siriani per un totale di 67 mila persone. E tutti gli altri? Latitanti. E per quanto riguarda il fronte economico, per adesso la Commissione Europea ha fatto avere ad Atene solo 73 milioni di euro per la gestione della crisi dei migranti. Una cifra insufficiente di fronte all'enormità delle spese che il governo Tsipras è chiamato a sostenere. E adesso il Paese rischia davvero una bancarotta economica e sociale.